Giovani e UE, Annalisa Tardino: “I giovani difendano le proprie prerogative”.

Giovani, partecipazione diretta e istituzioni europee. Un trinomio che raramente ha prodotto combinazioni vincenti in Europa, specialmente nei territori più remoti dell’Unione Europea. Le regioni insulari. 

Recentemente il presidente di ABìCì, Gabriele Frongia, (membro del Comitato delle Associazioni Sarde per la Mobilità Internazionale, CASMI) ha presentato una petizione per chiedere un intervento del Parlamento europeo atto a richiamare le istituzioni nazionali a intervenire in materia di politiche giovanili, vista l’assenza di leggi ad hoc nei territori delle aree insulari dell’UE. 

Un processo di partecipazione diretta dei cittadini europei che in questo caso non ha dato i frutti sperati, come confermato dallo stesso firmatario. 

Essendo la Sardegna una regione d’Europa dove nelle ultime elezioni per il rinnovo al Parlamento europeo non è stato possibile eleggere alcun rappresentante sardo, il ‘caso’ della petizione per le politiche giovanili, sollevato da Frongia è stato portato all’attenzione degli eurodeputati del Collegio V, costituito dalla Sardegna e dalla Sicilia. Tra gli esponenti più sensibili al tema l’eurodeputata del gruppo Identità e Democrazia, Annalisa Tardino. 

On. Tardino cosa può dichiarare in merito alle criticità contenute nella petizione e nel merito del tono, troppo sbrigativo, della risposta della Commissione parlamentare per le Petizioni del Parlamento europeo?

“Purtroppo conosco bene la realtà che descrive nella petizione. Le statistiche riportano i dati preoccupanti sui disoccupati, sui giovani che vivono all’estero, e sui tassi di disinformazione generale, che sono i risultati di anni di politiche errate, che hanno contribuito ad allontanare sempre più le nuove generazioni dalle istituzioni, che siano regionali, nazionali o europee”.

“In merito alla questione – ha proseguito l’eurodeputata Tardino – credo vada fatta una premessa sullo strumento della petizione al Parlamento europeo. Le petizioni sono state pensate come un diritto riconosciuto ai cittadini per presentare una richiesta, un reclamo o un’osservazione in riferimento a questioni specifiche relative all’applicazione della normativa europea. La Commissione per le petizioni, in collaborazione le autorità nazionali, nonché con le altre istituzioni dell’UE, in particolare la Commissione europea e il Mediatore europeo, si assicura che le questioni sollevate dai cittadini nelle petizioni siano trattate e risolte. Sfortunatamente, questa non sempre riesce a dare un seguito soddisfacente a tutte le istanze, come è avvenuto in questo caso”.

“Il Parlamento europeo, in quanto unica istituzione europea democraticamente eletta, deve sempre dare spazio alla voce dei cittadini che rappresenta, e proprio per questo sottolineo il ruolo dei deputati, per il tramite delle commissioni di cui fanno parte, che è quello di accogliere i sentimenti della popolazione, farli propri e rispondere con atti concreti ed efficaci, siano essi legislativi o no. A tale fine, il più importante canale comunicativo è sicuramente l’interazione diretta con i deputati della propria circoscrizione, considerato che, come è stato evidenziato in questo caso, il risultato non è stato affatto soddisfacente”.

“Credo che la petizione sia stata affrontata in maniera superficiale, probabilmente sulla scorta della competenza nazionale di parte delle doglianze e del riferimento finale relativo ad una richiesta di legge regionale, pertanto non di diretta competenza UE. Nonostante ciò, a mio avviso sarebbe stato opportuno da parte della Commissione PETI dare spazio maggiore alla richiesta e approfondire sia le statistiche menzionate, che le cause che hanno condotto alla situazione di disagio da esse rappresentato. Si tratta di un esempio di lacuna dell’operato del Parlamento europeo, che ci impegniamo a cambiare per il futuro”.

Come valuta l’operato della Commissione per le Petizioni in questa occasione?

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Generalmente le petizioni vengono trattate secondo un principio comune di coerenza, considerato che variano sia in relazione ai temi, che alle norme oggetto delle stesse. Credo che l’argomento oggetto della sua petizione meritasse un’attenzione di tipo diverso dalla Commissione PETI, perché relativo ad un problema importante della nostra società avente ad oggetto politiche centrali, seppure di diretta competenza nazionale. Magari sarebbe stato opportuno procedere con una discussione pubblica specifica, e uno scambio di opinioni sull’argomento in un punto dell’ordine del giorno dei lavori della Commissione, e sarebbe quello che avrei proposto, insieme alla mia delegazione di partito, quella della Lega, se avessi avuto conoscenza diretta della richiesta. Pertanto, il mio giudizio sull’operato della Commissione, in relazione a questo caso specifico, è negativo.

Ha senso per i giovani rivolgersi alle istituzioni europee? Non trova che questo genere di risposte possa minare la volontà di partecipazione dei giovani?

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Credo che i giovani debbano continuare a difendere le proprie prerogative, con l’energia, l’entusiasmo e la visione che li contraddistingue. Il mio impegno politico nasce proprio dall’insofferenza per ciò che non funziona, da troppo tempo, e che andrebbe radicalmente cambiato, soprattutto in Europa. E per questo lavoro giornalmente. Ma non si deve abbandonare l’idea che le istituzioni possano essere vicine ai giovani, e credo che ciò sia possibile da ottenere nel tempo, con un vero cambiamento, da attuare attraverso l’implementazione di politiche più vicine alle reali esigenze dei cittadini, e lontane dalle sterili discussioni di palazzo, che purtroppo hanno in questi anni allontanato i cittadini dall’UE. Le opportunità ci sono, ma spesso vengono minimizzate o non opportunamente veicolate. E gli enti locali debbono fare la loro parte, soprattutto in ciò che è di loro competenza. Negli anni abbiamo assistito a troppi ritardi, e non ce lo possiamo più permettere, soprattutto in territori che scontano difficolta oggettive, come le Isole. Da canto mio, posso garantire il nostro impegno costante affinché l’UE possa tornare a garantire condizioni eque a beneficio di tutti i giovani, che sono la colonna portante della società del futuro.

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