Giovani talenti: accordo sull’ultima raccomandazione del Consiglio europeo.

Il Consiglio ha raggiunto oggi un accordo politico sulla raccomandazione mirata a sostenere i ricercatori e i giovani talenti europei. L’intesa, in particolare, aggiorna i profili R1-R4 per i ricercatori, introdotti nel 2011, e introduce la Carta europea dei ricercatori, ovvero una revisione della Carta europea dei ricercatori del 2005 e del Codice di condotta per l’assunzione dei ricercatori.

“Con questo atto, stiamo definendo standard che guideranno gli Stati membri, le organizzazioni di ricerca, i finanziatori e le parti interessate ad aumentare la stabilità e l’attrattiva delle carriere di ricerca in Europa. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo coordinare meglio le nostre politiche nazionali in materia di ricerca e innovazione; dobbiamo inoltre coinvolgere tutti i ricercatori di talento, indipendentemente da genere, disabilità, età, orientamento sessuale, razza o etnia, origine socioeconomica o qualsiasi altra circostanza, affrontando in modo efficace le persistenti disuguaglianze nelle carriere dei ricercatori”, ha dichiarato oggi Diana Morant Ripoll, ministra spagnola per l’Innovazione e l’Università.

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La raccomandazione, nel dettaglio, mira a trattenere i ricercatori di talento nell’Unione e a rendere l’Europa una destinazione attraente per i talenti della ricerca provenienti da tutto il mondo. Rivisita, in particolare, la definizione di “ricercatore” e la descrizione delle attività intraprese dai ricercatori, garantendo che comprenda la più ampia gamma di opzioni di carriera. Sì, quindi, al sostegno di carriere intersettoriali e interdisciplinari, riconoscendo non solo il “piccolo mondo antico universitario” ma anche le imprese, la pubblica amministrazione e il settore non-profit.

Infine, la raccomandazione inquadra i profili dei ricercatori in quattro gruppi di profili e suggerisce esempi di occupazioni tra questi profili. Inoltre, mette in risalto l’importanza delle carriere dei responsabili della ricerca e dei tecnici della ricerca e il loro ruolo chiave nello svolgimento della ricerca e dell’innovazione di alto livello.

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Rimangono tuttavia questioni in sospeso che richiedono misure più mirate ed efficaci. In tutta Europa, i ricercatori (soprattutto quelli all’inizio della carriera) si trovano spesso in una posizione precaria per quanto riguarda l’occupazione e le condizioni di lavoro. Gli stipendi, la protezione sociale e le condizioni di lavoro, infatti, possono variare in modo significativo a seconda dell’ente. Inoltre, sono mancati progressi significativi nel sostenere la transizione dei ricercatori verso settori occupazionali più ampi al di fuori del mondo accademico o verso la creazione di start-up proprie e l’innovazione. Ciò è in gran parte dovuto ai mezzi ristretti di valutazione dei ricercatori basati esclusivamente su pubblicazioni sottoposte a revisione paritaria. Di conseguenza, è difficile per i ricercatori impegnarsi in attività come la scienza aperta, la mobilità e l’imprenditorialità intersettoriali, la scienza dei cittadini e la sensibilizzazione, poiché queste attività probabilmente non saranno vantaggiose per una carriera accademica. Italia docet!

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Inoltre, la maggior parte dei dottorandi si forma in un ambiente esclusivamente accademico, che non è necessariamente favorevole a carriere alternative in altri settori, per non dire autoreferenziale e circoscritto, specialmente nelle “piccole botteghe” delle piccole città europee, al sistema delle baronie familiari. Ma, grazie al cielo, qualcosa si muove. Come per esempio il fenomeno della grande migrazione dei giovani studenti universitari e il calo degli iscritti in molte università del nostro territorio.

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