Giovani storie sarde: Antonio, il divulgatore dell’Europa.

Prosegue “Giovani storie sarde”, la rubrica di Sardegnagol dedicata alle eccellenze under 40 della nostra Isola. Oggi incontriamo Antonio Mura, 39 anni di Cagliari, operatore della rete Europe Direct. Europe Direct è il network creato dalla Commissione Europea per promuovere sul territorio la conoscenza  dell’Unione, delle sue istituzioni e attività. Per molte persone, in particolar modo i giovani, Europe Direct rappresenta spesso il primo autentico contatto con la dimensione europea. Un primo contatto accompagnato da grandi aspettative o, al contrario, pregiudizi che rendono particolarmente delicato il ruolo di un operatore Europe Direct.

Ciao Antonio e grazie per aver accettato di incontrare Sardegnagol. Partiamo da una prima domanda quasi d’obbligo: come è nato il tuo interesse per l’Europa?

Innanzitutto, ciao a te Michele e complimenti per l’ottimo lavoro che fate con Sardegnagol! Riguardo alla tua domanda il mio interesse per l’Europa nasce di pari passo alla mia passione per la storia. Un continente estremamente litigioso come il nostro è riuscito a trovare un equilibrio di pace grazie alla CECA, che si è poi evoluta in CEE e ora in Ue: non dobbiamo dare tutto questo per scontato. Naturalmente poi ha contribuito positivamente il poter vivere di persona i vantaggi offerti dal mio status di cittadino europeo. Ad esempio ho potuto lavorare in Ungheria e Belgio e per tanti anni (anche ora) ho lavorato alla gestione di progetti internazionali finanziati dalla Commissione Europea.

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Quali sono le funzioni di un operatore di Europedirect?

La rete Europe Direct nasce con l’obiettivo di fornire risposte chiare ed efficaci ai cittadini sulle politiche e opportunità messe a disposizione dall’Unione Europea. Siamo un network composto da oltre 400 antenne in tutta Europa, di cui 44 in Italia e 2 in Sardegna: una a Cagliari, gestita dal Centro Regionale di Programmazione, l’altra a Nuoro, gestita dal Comune di Nuoro. Il nostro ruolo di operatori consiste non solo, come detto, nel dare risposte a chi ci pone domande sull’Unione Europea, ma, e direi soprattutto, nell’evidenziare opportunità e diritti che spesso il cittadino non sa di avere: una borsa di studio per lavorare in un altro stato Ue; le tutele che abbiamo quando viviamo in un altro Paese dell’Unione; un bando europeo di interesse per il nostro Comune o per la nostra associazione… E gli esempi possono essere infiniti.

Chi sono le persone a cui ti rivolgi?

Come Europe Direct Regione Sardegna lavoriamo davvero con tutte le tipologie di cittadini. Dagli studenti delle scuole medie, spesso raffinati conoscitori della storia dell’integrazione Europea, ai pensionati, memoria storica dell’evoluzione dell’Unione. Abbiamo uno Sportello alla MEM – Mediateca del Mediterraneo in cui svolgiamo tutti i giorni attività di front-office per tutti I cittadini interessati. Inoltre, organizziamo corsi di europrogettazione e info-day dedicati ai finanziamenti diretti della Commissione Europea. Andiamo nelle scuole a parlare di monitoraggio civico dei progetti finanziati dai fondi strutturali con il percorso ASOC – A Scuola di Open Coesione. Organizziamo formazioni per giornalisti, enti locali, insegnanti e per tutti coloro che sono interessati a capire meglio le opportunità europee.

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Cosa significa parlare di Europa in questi anni?

Significa dare una boccata d’ossigeno ai nostri utenti. Significa spiegare che opportunità, che spesso sembrano astratte e intangibili, alla fine possono essere alla portata anche dei cittadini, degli enti pubblici e delle associazioni sarde.

Quanto è difficile parlarne all’utente medio del vostro sportello?

Non trovo sia difficile. Anzi, è molto interessante poter conoscere ogni giorno persone con trascorsi ed esperienze diverse. È un valore aggiunto del mio lavoro che mi arricchisce molto.

Quanto è importante nella tua professione essere aggiornati su trend e mezzi di comunicazione?

È molto importante. I social ad esempio sono un modo rapido e diretto per avvicinare i cittadini e sono anche un valido esercizio per utilizzare diversi tipi di comunicazione e per poter raggiungere al meglio varie tipologie di utenti. In questi tempi di quarantena da coronavirus è importante, inoltre, studiare nuove modalità per realizzare eventi a distanza.

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Quanto fake news, troll e disinformazione incidono negativamente sul corretto svolgimento del tuo lavoro?

Sono sicuramente un problema. L’unica arma a nostra disposizione è essere sempre pronti e precisi nel rispondere alle richieste dei nostri utenti in modo da rappresentare una voce affidabile a cui rivolgersi per avere informazioni sull’Unione Europea.

Da operatore, che consiglio daresti ad antenne, associazioni e istituzioni che volessero parlare di Europa con efficacia?

Direi due. La prima è aggiornarsi e studiare sempre. La seconda è avere empatia verso il proprio interlocutore. Può capitare di parlare con persone con storie e trascorsi molto diversi dai propri ed è necessario sapersi sempre relazionare in maniera positiva.

Diciamolo sotto voce: la strategia Europa 2020 ha portato un po’ di “sfiga”. Tuttavia, volendo fare una previsione, come immagini l’Europa 2030?

Non si può negare che gli ultimi anni di storia europea siano stati travagliati e la pandemia da Covid19 ne è l’ultimo esempio. Io, ad ogni modo, resto ottimista e mi auguro che da queste difficoltà, comuni agli Stati Membri, possano nascere risposte comuni che rafforzino l’Unione europea.

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