Giovani: per 1 su 2 il tempo libero é più importante del guadagno.

Bilancio vita-lavoro, formazione e flessibilità. Sono queste le 3 caratteristiche dell’azienda ideale per i giovani italiani. Quasi tutti concordi – secondo una indagine di AstraRicerche realizzata per Heineken Italia – nel mettere al primo posto il tempo libero (51,5%), la possibilità di crescere e sviluppare competenze attraverso l’offerta formativa (40,7%) e la flessibilità nei tempi e nei luoghi di lavoro (40,5%).

3 qualità fondamentali seguite dai pacchetti welfare (34,5%), dal rispetto della parità di genere, diversità e inclusione (27,5%). In ultima posizione il guadagno, al primo posto per l’11% degli intervistati.

L’indagine, ancora, mette al centro le differenze generazionali nell’indicazione dell’elemento più rilevante in assoluto: se GenZ (20%) e Millennials (21%) danno più importanza al tempo libero, per la GenX lo sviluppo delle competenze ha la priorità (22%). Un argomento importante anche per i Millennials (18%) che lo prediligono rispetto alla flessibilità (16%). Resta un’ambizione comune il posto fisso (43%, in particolare per GenX e Baby Boomers), soprattutto in un’azienda storica (34%), di grandi dimensioni (37%), e dal respiro internazionale (35,5%). Per tutte le generazioni, ad ogni modo, è imprescindibile l’attenzione al lavoratore come ‘persona’ (per l’86% molto o abbastanza e per il 54% molto importante).

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In tema di persone, dall’indagine emerge che le generazioni preferite con cui lavorare sono la GenX (69,5%) e la GenY/Millennials (63%) per la condivisione dei valori e degli ideali (41%) e perché sanno rapportarsi al meglio con i colleghi (31%).

La GenZ, apprezzata principalmente per il suo rapporto con la tecnologia (41%), per il suo essere più creativa (39% contro il 16% dei Millennials e l’11% dei Baby Boomers) e per avere meno pregiudizi (32%) si auto-sceglie nel 54% dei casi, ma è anche apprezzata anche dalle altre generazioni per la capacità di dialogo e confronto con persone diverse (40%), ma sanche per la capacità di guardare avanti e avere una visione differente (41%) e competenze digitali (47%). Millennials e GenX sono preferiti invece per capacità di dialogo e di lavorare in gruppo (42% e 43%), mentre i Baby Boomers hanno l’esperienza utile per apprendere il lavoro da svolgere (51%) e allo stesso tempo sono “quelli che ascoltano di più capiscono i problemi e difficoltà sul lavoro ed aiutano quando serve” (29%).

Secondo lo studio, ancora, il rapporto intenso e positivo tra persone di età molto diversa in azienda, appartenenti a diverse generazioni, è considerato un grande vantaggio quando viene raggiunto (68%) ma anche qualcosa difficile da ottenere (49%).Tante le opportunità di crescita e di creazione di valore create dal rapporto intergenerazionale positivo in azienda: miglior clima aziendale grazie a stimolanti momenti di socialità, networking e attività di squadra (40%), eterogeneità di visione (39,5%), consolidamento delle competenze funzionali grazie alla combinazione di esperienze e studi aggiornati (38,5%), maggiore capacità di intercettare i bisogni delle diverse fasce di consumatori (38%) e maggiori competenze digitali per la popolazione aziendale (36,7%).

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Come dare valore alle differenze generazionali? Prima di tutto creando un ambiente inclusivo dove vengano valorizzate le diversità attraverso team eterogenei (42,8%) e gruppi di lavoro intergenerazionali (42,7%).  Più in generale tra le azioni di DE&I ritenute prioritarie dai lavoratori, in testa i programmi di formazione (41%), seguite dal sostegno parentale (31%), politiche di assunzioni inclusive (29%), gruppi di lavoro dedicati (28%), collaborazioni con organizzazioni esterne specializzate (24%) e reverse mentoring 21%.

La ricerca punta anche lo sguardo alle aspettative nei confronti delle aziende e su cosa può essere importante per fermare o rallentare la fuga dei giovani dall’Italia.Secondo la GenZ le cose più importanti che le aziende possono fare sono garantire stabilità lavorativa (56%), dare maggiori benefit (48%), prospettive e percorsi di crescita chiari e stimolanti (30,5%) e investire nella formazione (30,5%). Un dato che arriva al 47% per la GenX. Per la GenZ è inoltre importante che le aziende offrano posizioni in linea con i percorsi di studi (38,5% vs 32% della media).

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Benefit e premi di produzione commisurati agli obiettivi sono le migliori azioni che possano essere messe in campo per aiutare i giovani ad affrontare l’incertezza del futuro secondo il 41% degli intervistati (soprattutto per Millennials e GenZ), seguita dalla formazione continua da parte dell’azienda (39%).

La formazione è infatti considerata un elemento chiave che le aziende dovrebbero fornire per supportare i dipendenti e metterli nelle condizioni di affrontare al meglio il futuro, alla luce del fatto che problem solving (57%), competenze digitali (49%) e pensiero strategico (44%) sono considerate le competenze chiave per affrontare il mondo del lavoro.