Giovani, online la consultazione del CNEL su Europa e Pnrr.
È online la consultazione pubblica del CNEL rivolta ai giovani sull’Europa, gli effetti della pandemia e il PNRR e le modalità della rappresentanza. L’iniziativa, accessibile dalla piattaforma digitale www.generazioneeu.cnel.it (incontrovertibilmente scarna per quantità di contenuti rivolti ai giovani), è stata presentata in anteprima ai responsabili delle rappresentanze giovanili delle parti sociali presenti al CNEL dal presidente Tiziano Treu, dal vicepresidente Floriano Botta, dal segretario generale Mauro Nori e dal consigliere Gian Paolo Gualaccini, coordinatore della Commissione Politiche UE e Internazionali.
Il progetto si rivolge ai giovani dai 14 ai 35 anni ed in particolare a studenti della scuola secondaria di secondo grado, i ragazzi e ragazze della cosiddetta Generazione Z., i primi a non aver conosciuto un mondo senza tecnologie e ambienti digitali. Poi universitari e specializzandi, giovani fra i 18 e i 30 anni, in gran parte della generazione dei Millennial. Infine, la campagna si rivolge ai giovani attivisti.
Per il presidente Treu, “l’iniziativa nasce in risposta ad una forte domanda di ascolto sui temi di maggiore attualità e quelli che li riguardano personalmente: il lavoro, innanzitutto, l’impatto della pandemia e il PNRR, le modalità della rappresentanza giovanile. I risultati raccolti, come già avvenuto per altre consultazioni pubbliche, saranno la base per approfondimenti e suggerimenti di policy anche nell’ambito del PNRR”. Uno statement che arriva decisamente in ritardo data la panificazione ex ante degli interventi destinati ai giovani. Interventi del tutto privi di alcuna programmazione partecipata con i giovani e le organizzazioni giovanili del Paese: il tutto nel totale silenzio degli organismi consultivi giovanili del Paese.
A che pro chiedere il parere dei giovani a giochi fatti? Che si sia in presenza dell’ennesima iniziativa di Youthwashing?
Tutta la campagna di comunicazione, spiegano poi i promotori, sarà accompagnata dal claim sottoforma di domanda “L’Europa pensa ai giovani?”. Per trovare una prima risposta basterebbe prendere visione di alcune recenti (nonché inaccessibili) call “dedicate ai giovani” bandite dalla Commissione europea.
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