PoliticaSardegna

Giovani. La “decaduta” predica bene ma razzola male.

Continua a non sorprendere il tenore degli incontri “tanto per fare” della presidente “decaduta” nelle scuole della Sardegna. Oggi, dopo “le comparsate” negli istituti di Oristano, Nùoro, Alghero, Macomer e Ghilarza, ad ospitare Alessandra Todde, è stato il liceo “Antonio Segni” di Ozieri.

Nel maggiore comune logudorese, in sintesi, l’inquilina di via Oslavia (chissà per quanto ancora) ha provato a convincere la platea giovanile sulla bontà delle intenzioni del suo mandato per la creazione di politiche giovanili di qualità. Baggianate, per usare un eufemismo.

Ad oggi – ricordiamolo i fatti sono galantuomini -, dopo 12 mesi si può vedere solo una programmazione triennale calata dall’alto, ideata senza alcun dialogo con i giovani (del quale tanto parla la “decaduta”), nessuna iniziativa legislativa in Consiglio da parte della sua maggioranza e, restando nel perimentro dell’autoreferenzialità, uno stanziamento delle risorse del Fondo Nazionale per le Politiche giovanili a sostegno dell’ennesimo intervento “burocratico”, non anticipato da alcuna analisi dei bisogni né, come detto prima, affiancato da un tavolo di coprogrammazione con giovani e organizzazioni giovanili qualificate. Ma “con i giovani bisogna dialogare” per la “decaduta”…

Non sorprende poi, vista la caratura dell’attuale presidente della Regione, l’accenno, come ricorda la velina pubblicata in fretta e furia su Facebook dalla comunicazione istituzionale della presidente, alla mobilità dei/delle giovani sardi/e: “La possibilità di fare ricerca e confrontarsi con il mondo è essenziale – si legge nel post social -. Ecco perché insisto sull’importanza di viaggiare, di aprirsi, di studiare le soluzioni adottate altrove per problemi simili ai nostri. Il nostro impegno è rivolto a costruire un modello economico che dia prospettive reali ai giovani e valorizzi i settori strategici del territorio”.

Dichiarazione, però, contrastante con l’effettiva azione di ascolto della presidente e dei suoi “consulenti speciali” che, proprio in materia di mobilità e sviluppo delle politiche giovanili, hanno confermato una chiusura di fatto verso organizzazioni e comitati indipendenti dalla politica e – soprattuto – dotati di esperienza decennale in materia di giovani e politiche giovanili.

Meglio (e meno conflittuale) continuare con gli affidamenti diretti del Consiglio regionale per finanziare iniziative promosse dagli spin-off di partito (d’altronde non tutti hanno capacità, come diceva Carmelo Bene) e calate dall’alto senza il minimo costrutto o ipotesi di impatto per i/le giovani sardi/e.

Si doveva, leggendo le dichiarazioni programmatiche della “decaduta”, creare sinergia con le migliori buone pratiche della Sardegna. Ejia, di ghisa!

foto https://www.facebook.com/AlessandraTodde.sardegna