Giovani imbecilli e challenge, oltre 243mila hanno partecipato a una sfida social.

Ci voleva, purtroppo, la tragedia di Casal Palocco e la morte del piccolo Manuel Proietti, per riportare a galla la discussione sulle challenge giovanili. Un fenomeno, come ricordato da una recente rilevazione del Centro Nazionale delle Dipendenze e Doping dell’Iss, che ha interessato il 6,1% degli under18, ovvero 243mila ragazzi/e nel “Bel Paese”.

Il trigger resta sempre lo stesso, ottenere più like, quasi a voler dimostrare il crescente analfabetismo socio-funzionale della “meglio gioventù italiana” e il consolidato declino del pensiero critico.

Dati (come potrebbe non esserlo) che rappresentano un campanello d’allarme per la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani: “Non si tratta di un semplice incidente stradale ma di un segnale d’allarme che richiede un’azione immediata sulla sicurezza stradale e sulla responsabilità individuale”. Serve, prosegue, “un cambio radicale nella nostra cultura digitale e sociale” e, ancora, “un confronto su come comportamenti rischiosi sui social stiano diventando normali, influenzati anche dalla loro eccessiva visibilità”.

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Ambito di ricerca sul quale ha posato la propria lente anche l’Osservatorio “Generazione Proteo” dell’Università degli Studi Link, secondo il quale un giovane su quattro (il 23,4% degli/delle intervistati/e) non esclude di fare/farsi del male pur di partecipare ad una challenge.

Una sentenza che conferma la capacità prodotta dall’uso scorretto (e acritico dei social), di accrescere il disagio psicologico dei giovani.

Da qui il lancio della campagna social dell’Università degli Studi Link, divenuta virale in poche ore, mirata ad azzerare i like a “The Borderline”, ricorda Nicola Ferrigni, direttore dell’Osservatorio Generazione Proteo: “Sono convinto che un azzeramento dei follower sui canali di questi YouTuber rappresenterebbe un fortissimo messaggio civico e di riscatto culturale della nostra società, nel rispetto del piccolo Manuel. Assurdo morire così, a soli 5 anni, a causa di cinque ventenni alla guida di una Lamborghini presa a noleggio per girare il video ’50 ore in macchina”.

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Si spera adesso di non assistere, vista l’ampia visibilità offerta al gruppo “The Borderline”, a nuovi epigoni social tra i/le giovani italiani/e.

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