Giovani, Elena Bonetti: “135 milioni ai comuni per l’educazione non formale”.

Superare l’immobilismo all’interno dei metodi formativi e coinvolgere gli/le studenti/esse con maggiore originalità e sulla base delle loro esigenze. Obiettivi alla base dello straordinario finanziamento del Governo Draghi per i comuni, come ricordato ieri dalla ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti: “Abbiamo voluto erogare 135 milioni di euro ai comuni per l’organizzazione, insieme al terzo settore e al volontariato, di attività di educazione non formale per i bambini e i ragazzi. Si tratta di attività cruciali per il recupero della socialità tra i nostri figli e saranno organizzate in sicurezza, secondo le Linee guida che abbiamo predisposto”.

Un piano che per la ministra “coinvolge i ragazzi, integrandosi con gli obiettivi del millennio, la strategia e la Child guarantee europee, individuando azioni concrete e integrate, ma soprattutto è un piano che si basa sulla scelta di rimettere al centro l’educazione e la conseguente responsabilità educativa che tutto il Paese deve assumere”.

LEGGI ANCHE:  Emergenza, 3333 controlli e 14 denunce. I dati della Prefettura di Cagliari.

Un piano approvato lo scorso 21 maggio dall’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, frutto, ricordano dal Ministero, di un’intensa attività di coprogettazione che ha coinvolto tutti i soggetti e gli enti partecipanti all’Osservatorio nazionale, e non solo: società civile e terzo settore, soggetti pubblici quali amministrazioni centrali, enti pubblici e territori, soggetti privati, esperti, università e ricerca.

Per la prima volta, al fine di affermare pienamente il protagonismo dei bambini e delle bambine, e dei ragazzi e delle ragazze all’interno del Piano, l’Osservatorio nazionale ha promosso una consultazione online sui temi del Piano, a cui hanno partecipato ragazzi e ragazze fra i 12 e 17 anni di età grazie al supporto tecnico-scientifico dell’Istituto degli Innocenti. Dai 2 mila questionari raccolti e dai 9 focus group organizzati con gruppi vulnerabili, è emerso che i ragazzi e le ragazze condividono le priorità e i temi individuati dall’Osservatorio nazionale nel 5° Piano, pur conservando preoccupazioni sul futuro e la consapevolezza delle difficoltà familiari.

LEGGI ANCHE:  Lollove, Nùoro e Orune insieme per il territorio.

Il Piano è strutturato in 3 aree d’intervento: Educazione, Equità, Empowerment, composte ciascuna da 4 obiettivi generali e azioni specifiche, per un totale di 12 obiettivi generali e 31 azioni.

Tramite la sezione “Quadro di realtà”, il Piano offre inoltre una sintesi della condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, analizzando gli interventi esistenti e le azioni che necessitano di nuovi interventi migliorativi, anche tramite l’analisi di dati statistici. Si tratta quindi di un piano contestualizzato, in cui decisori pubblici e società civile possono individuare gli elementi che necessitano di nuove soluzioni, innovative e più efficaci.

Il Piano promuove, altresì, azioni innovative e di rafforzamento a favore dei minori di età ed è coerente con i contenuti delle altre azioni a favore dei nuclei familiari e dei bambini e adolescenti, tramite gli  organismi di coordinamento nazionale, quali l’Osservatorio nazionale sulla famiglia e l’Osservatorio per il contrasto alla pedofilia e pornografia minorile.

LEGGI ANCHE:  Linee guida Agid: su 286 Pubbliche amministrazioni solo il 4,9% è in regola.

Così come previsto dall’articolo 1, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103, per l’adozione definitiva del Piano sono ora necessari ulteriori passaggi formali. In particolare, il 5° Piano dovrà essere sottoposto al parere dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (art. 3, lett. f), legge n. 112 del 2011), a quello della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, della Conferenza unificata e alla deliberazione in Consiglio dei ministri, per terminare con l’adozione con decreto del Presidente della Repubblica.