Giovani e tokenismo, Abodi: “I giovani hanno bisogno di ascolto”.

Serve un Governo che ascolti le istanze dei giovani. A dirlo il ministro dello Sport e dei Giovani, Andrea Abodi, nel corso del Festival “Open” aperto ieri a Parma. “Credo che i giovani abbiano bisogno di uno Stato, di un Governo che sia presente nella capacità di ascolto, di interpretazione di sogni, bisogni, esigenze che sono diverse da quelle di un tempo”.

Una dichiarazione che sa di puro tokenismo riflettendo sul fatto che a quasi un anno dall’insediamento del nuovo Governo Meloni, nulla è stato fatto per introdurre il principio della coprogrammazione con i giovani per la spendita delle risorse del Fondo Nazionale per le Politiche Giovanili da parte delle amministrazioni centrali e periferiche.

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Insomma, i giovani devono farsi sentire dalle istituzioni ma non è necessario alcuno sforzo da parte di quest’ultime secondo quanto osservato nell’ultimo anno. Governo, per onore di cronaca, che ha però portato a casa l’introduzione della riserva del 15% nei concorsi pubblici per i giovani che hanno completato un percorso nell’ambito del Servizio Civile Universale. Un po’ poco, però, in un anno di Governo.

Durante il collegamento al Festival Open Abodi ha poi dichiarato che “I giovani non sono un panda da proteggere, ma da inserire nella catena del valore”. Guardando ai dati reali del Paese, non può che destare stupore l’assenza di una minima riflessione sulle pessime azioni contenute nel Pnrr e sul paradigma italiano in materia di politiche giovanili. Elementi sui quali poco si è fatto negli ultimi lustri e, guardando all’azione del Governo Meloni a quasi un anno dal suo insediamento, il trend non potrà che continuare.

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