Giovani e leva militare. Il “solito” Salvini agita la sua reintroduzione in Italia.

“Un bell’annetto di servizio militare farebbe bene, anzi su questo, come Lega, lavoreremo per reintrodurre un bell’annetto di servizio civile e militare obbligatorio per ragazze e ragazzi, così a qualche cretino che va a sfasciare le macchine e ad aggredire le persone, magari, renderebbe le idee un po’ più lucide”.

Così il leader della Lega nord, Matteo Salvini, annunciava nell’agosto del 2021 l’intenzione di reintrodurre il servizio militare obbligatorio per i giovani italiani. Un annuncio, il solito da parte dell’attuale ministro per i Trasporti e le Infrastrutture, che con molta probabilità lascerà il tempo che trova, anche per la reazione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, critico verso la destinazione dei giovani verso le forze armate: “Le forze armate – reca la nota tranchant di Crosetto – servono per fare professionisti, che difendono le istituzioni e la pace. Il servizio civile universale non è una cosa che riguarda le forze armate”.

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Comandadata, quindi, la riformulazione della nuova proposta di Salvini: non una leva vera e propria ma un “grande progetto di educazione civica” su base regionale, “con persone che si possono dedicare al salvataggio, alla protezione civile, al pronto soccorso e alla protezione dei boschi”… sognare non costa nulla neanche dalle parti dei dicasteri dell’Esecutivo Meloni.

Una nuova uscita che si potrebbe leggere come un tentativo di ribadire la propria leadership all’interno del partito che, anche in questa occasione, vede diverse interpretazioni, come quella del presidente del Veneto, Luca Zaia, di cui è nota la storia di obiezione.

Tra i contrari al ritorno del servizio militare per i giovani anche Maurizio Lupi, di Noi Moderati: “La reintroduzione del servizio di leva militare obbligatorio non è e non potrà mai essere uno strumento per educare i giovani”.

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