Giovani e le nuove linee programmatiche di “Massì”… il solito bidone.

Partecipazione e coinvolgimento giovanile: promozione della cultura della partecipazione responsabile; valorizzazione del patrimonio immobiliare dismesso da destinare a spazi di aggregazione per le più giovani e i più giovani, nei quali le modalità di fruizione e accesso siano frutto di un processo di progettazione partecipata; costituzione di uno “Sportello giovani” per ascoltare i bisogni delle giovani cittadine e dei giovani cittadini; supporto all’avvio della Consulta giovanile comunale.

Questi, in estrema sintesi, i principali punti contenuti nelle “nuove” linee programmatiche dell’amministrazione Zedda per lo sviluppo delle politiche giovanili nel territorio cittadino. Una lista dei desideri, come ricordano i precedenti due mandati di “Massì”, che rimarrà con molta probabilità solo sulla carta, confermando l’indole tokenista (termine che si spera sia capito nelle alte sfere comunali) della strategia progressita-MASSImalista dell’attuale compagine al governo della città.

Una considerazione dovuta, guardando ai risultati ottenuti dalle amministrazioni Zedda e Truzzu per i giovani del territorio. Accozzaglie di potere (e arroganza) incapaci di allocare per competenza le risorse comunali per le politiche giovanili, attualmente (per la stragrande maggioranza) in capo all’Assessorato alle Politiche sociali, nonostante la presenza di un Assessorato con apposita delega alle Politiche giovanili.

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Che dire poi della “presunta” intenzione di “valorizzare il patrimonio immobiliare comunale per la realizzazione di spazi di aggregazione per i giovani? C’è poco da dire, visto che nei precedenti mandati Zedda sono state cacciate dai locali comunali le poche organizzazioni che, con competenza, negli anni hanno permesso e sostenuto il diritto alla mobilità internazionale dei giovani del territorio. Dettagli, per i “poco usciti” e i rappresentanti delle “bassa politica” di via Roma. Spazi di aggregazione, ancora, assenti in città, escludendo il pessimo servizio “progetto giovani”, il cui costo di oltre 600mila euro ricade interamente sulla comunità locale, senza peraltro offrire servizi di qualità e di impatto. Ancora dettagli!

Amministrazione, inoltre, priva di alcuna capacità di programmazione degli interventi per le nuove generazioni (invecchia anche il “sindaco solo tronco”) ma ben propensa a sostenere la promozione di iniziative una tantum, non coordinate e unite dal minimo comune denominatore del facile happy ending e senza alcuna sostenibilità temporale. I giovani sono sì il futuro ma non serve alcuno slancio visionario di lungo termine e, giusto per restare ancorati alla cronaca degli ultimi giorni, la pubblicazione delle liste delle associazioni ammesse a far parte della prossima Consulta giovanile dovrebbe far riflettere – non solo per i miseri 4mila euro destinati per il suo funzionamento – sulla sostanzialità degli interventi che saranno discussi nei prossimi tempi.

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Pochezza rilevabile anche pensando all’altro punto programmatico di Massi & Co., ovvero l’apertura dello Sportello Giovani per “ascoltare i giovani bisognosi”. Mai ascoltati in due mandati comunali, perchè rovinarsi la reputazione adesso?

Incoerenza del “nuovo” fare programmatico riscontrabile anche in materia di lavoro e formazione. Per il “cindaco” bisogna promuovere il confronto tra gli attori interessati (giovani, imprese, PA e società civile) ma, nei fatti, il dialogo non si è mai confermato come una virtù dell’amministrazione “diversamente progressista” del sindaco del partito del 3%.

Massima ilarità infine, per la ricorrente intenzione di creare un ufficio di europrogettazione “capace di affrontare la complessità dei finanziamenti e delle regole di gestione”, citata nel paragrafo del testo sulle linee programmatiche di massimo Zedda (una chimera che pure il precedente Truzzu aveva proposto e, ovviamente, mai attuato). Ufficio sulla quale composizione è giusto interrogarsi.

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Chi ne farà parte? I soliti sodalizi privi di traction internazionale in materia di politiche giovanili e programmazione europea? Si continuerà ad avere “timore” delle organizzazioni qualificate sarde in materia? E’ più che probabile, visto il pregresso, protendere per entrambe le ipotesi.

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