Giovani e impresa. La Sardegna si conferma “regione ostile”.

La Sardegna non è una regione per le giovani imprese. Una conferma che non aggiunge nulla di nuovo al costante depauperamento della classe imprenditoriale nell’Isola, dilaniata da una eccessiva burocrazia, dabbenaggine della sua classe dirigente e, cosa spesso taciuta, dall’atavica scarsa professionalità esistente all’interno del sistema Sardegna, dove ,peraltro, la parola sinergia continua ad essere un vero e proprio “frutto proibito”.

L’Isola è risultata essere, secondo la rilevazione di Confartigianato, infatti, la penultima tra le regioni italiane che offrono alle nuove leve imprenditoriali le migliori condizioni per lavorare e creare attività economiche. D’altronde in una regione dove dalle parti dell’Assessorato al Lavoro si autocelebrano acriticamente iniziative costose e di scarso impatto cosa bisognerebbe aspettarsi?

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Il territorio ideale (chi lo avrebbe mai detto) si conferma quello della Lombardia con un indice pari a 798 punti, seguito dal Piemonte (770 punti). Dietro l’Isola (384 punti) risulta esserci solo il Molise, staccato di pochi punti (376 punti).

Tra le province sarde, tutte classificate a “bassa performance” per le nuove imprese, la migliore è quella di Nuoro-Ogliastra, al 79esimo posto con indice di 476. Seguono Oristano, 83esimo posto con indice 458, Cagliari, 87esimo posto con indice 437, Sud Sardegna, 87esimo posto con indice di 437 e Sassari-Gallura, 104esimo posto con indice di 386.

Rilevazioni che fanno emergere i nmeri delle imprese under35 nell’Isola: circa 14553, ovvero l’8,5% di tutte le imprese sarde. Quelle femminili giovanili sono 4.267 e quelle gestite da giovani stranieri sono 1.435. Le under 35 artigiane sono 2.616, di cui 686 femminili e 153 gestite da stranieri.

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