Giorno del ricordo, Christian Solinas: “Tramandare la memoria della tragedia delle foibe per difendere la nostra società da odio e violenza”.
“Ricordare, tramandare la memoria della barbarie e della cieca violenza, per fare in modo che nella nostra società i germi dell’odio non possano più produrre i loro frutti nefasti”. Con queste parole il presidente della Regione, Christian Solinas, a nome della Giunta, rivolge il proprio commosso pensiero alle migliaia di vittime delle foibe. Italiani, e in parte anche Sardi, vittime di una delle più sanguinarie stragi che la storia ricordi. Vite, storie familiari distrutte con l’intento criminale di cancellarne perfino la memoria.
“La verità storica sulle foibe – prosegue il Presidente – ha restituito l’evidenza della immane portata della strage, e ancora oggi le ricerche in corso consentono di conoscere sempre nuovi e agghiaccianti particolari del genocidio degli italiani compiuto dai comunisti jugoslavi in Venezia Giulia, Quarnaro e Dalmazia e della triste storia dell’esodo giuliano-dalmata”.
Operai, minatori, carabinieri e militari: queste sono state le vittime della violenza assassina. “Tra loro – aggiunge il Presidente – almeno 140 sardi, in buona parte minatori giunti da Carbonia per lavorare duramente nelle miniere istriane, ma anche molti militari. Molti di loro, in fuga da quell’orrore, trovarono rifugio in Sardegna, dando vita ad una comunità laboriosa e perfettamente integrata con il nostro tessuto sociale. Per molti anni sugli orrori commessi contro gli italiani istriani, dalmati e fiumani, cadde una ingiustificabile cortina di silenzio, e agli esuli, ai familiari delle vittime veniva negato perfino il conforto della memoria. Dal 2004 questi orrori vengono giustamente ricordati con una solennità civile nazionale che deve indurci ad una riflessione profonda sui valori fondanti della nostra civiltà”.
“A tutte le vittime – conclude il presidente Solinas – va il nostro commosso e doloroso omaggio e la nostra memoria, che desideriamo alimentare soprattutto nelle giovani generazioni, affinché ripudino ogni forma di violenza e costruiscano un mondo di pace, di rispetto, di tolleranza”.
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