Giorno del Ricordo, Bordin: “No a negazionismi”.

Una separazione dolorosa, un amaro lascito della seconda guerra mondiale”. Così il presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, ha definito la vicenda degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia, costretti a lasciare le loro terre dopo il trattato di Parigi del 10 febbraio 1947 che assegnava alla Jugoslavia vasti territori “a noi molto vicini – come ha osservato il massimo rappresentante dell’Assemblea legislativa – non solo geograficamente ma anche sentimentalmente”.

Nel corso della celebrazione in aula del Giorno del Ricordo, Bordin ha ricordato “il clima di contrapposizione etnica che in
quegli anni andava inasprendosi e che condusse all’immane tragedia delle foibe”.

“È evidente – ha aggiunto il presidente, intervenuto dopo la proiezione di un commovente filmato sui giorni dell’esodo – che questa Giornata nazionale, istituita grazie a una legge del 2004 approvata dall’intero Parlamento, in Friuli Venezia Giulia ha un peso e un sapore del tutto particolare. Resta in tanti protagonisti dell’esodo, in tante famiglie di infoibati, un
sentimento di amarezza per la distanza e la freddezza dimostrate negli anni del Dopoguerra dalle istituzioni del nostro Paese, che in troppi casi si dimostrarono sorde rispetto a quel grido di dolore, come se le vittime istriane, fiumane e dalmate non avessero dignità di ascolto”.

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“Ci volle, come disse il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi giusto vent’anni fa, nel 2005, primo anno di
celebrazione del Giorno del Ricordo – ha ricordato ancora Bordin – la presa di coscienza dell’intera comunità nazionale rispetto al dramma delle foibe e dell’esodo, un processo lento e progressivo”. Vicende tragiche che oggi, a dispetto di alcune “frange di irriducibili negazionisti”, “hanno trovato il giusto riconoscimento da parte della stragrande maggioranza delle forze politiche e dei cittadini”.

Questa consapevolezza aiuta a guardare al futuro e ci impegna, ha auspicato il presidente dell’Aula, “a intensificare le relazioni di reciproco rispetto e collaborazione con i Paesi vicini, eredi dell’ex Jugoslavia. E in questo senso il 2025 è un anno davvero speciale perché proprio alla vigilia del Giorno del Ricordo è stata inaugurata ufficialmente la prima capitale europea della cultura transfrontaliera, con Gorizia e Nova Gorica protagoniste non solo di una molteplicità di eventi ma anche di una nuova pagina di storia per l’Italia e per la Slovenia, nel segno dei comuni valori di libertà e democrazia. Una novità assoluta, quella di GO!2025 – ha concluso Bordin – di cui la nostra regione deve andare assolutamente fiera”.

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