Giornata mondiale della radio: 30mila occupati in Ue.
Nel 2022, le imprese radiofoniche hanno impegnato 30.000 persone nell’UE registrando un fatturato netto di 4 miliardi di euro. I dati per il 2021 mostrano 5 000 imprese che operano come emittenti radiofoniche in tutta l’UE.
Nel 2022, secondo le ultime rilevazioni dell’Eurostat, i primi 5 Paesi per numero di imprese radiofoniche erano Spagna (714), Italia (679), Grecia (599), Francia (343) e Portogallo (299). All’estremità opposta della classifica si trovano Lussemburgo (5), Estonia (9), Slovacchia (14), Malta (19) e Lituania (20).
Tenendo conto della dimensione della popolazione dei membri dell’UE, il rapporto tra imprese radiofoniche per milione di abitanti varia in modo significativo da un Paese all’altro. La Slovenia ha registrato il rapporto più alto con 75 imprese radiofoniche per milione di abitanti, seguita da Grecia (57), Malta (36), Cipro e Croazia (35). Al contrario, i rapporti più bassi sono stati osservati in Polonia (2), Germania e Slovacchia (entrambi 3), Repubblica Ceca (4) e Austria, Francia e Svezia (tutti 5).
I primi 5 Paesi per numero di persone impiegate nel settore radiofonico nel 2022 sono stati registrati in Spagna (5.550), Germania (5.010), Francia (2.815), Romania (2.510) e Italia (2.469), mentre i numeri più bassi sono stati osservati in Slovacchia (53), Lituania (87), Repubblica Ceca (100), Estonia (110) e Svezia (163).
La percentuale di persone occupate nel settore radiofonico rispetto all’occupazione totale è bassa in tutti i membri dell’UE, variando dallo 0,05% in Croazia e 0,04% in Slovenia, Cipro e Grecia, a quasi zero in Repubblica Ceca e Slovacchia (entrambi 0,002%) e Svezia (0,003%).
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