Giornata della Memoria: in scena lo spettacolo ‘Ho un sassolino nella scarpa’.
“Il male compare quando la memoria è manchevole. Ogni volta che l’uomo dimentica la storia sbaglia”. La chiamano memoria autobiografica. Siamo noi e noi siamo quello che siamo stati, un insieme di fatti, episodi ed emozioni che abbiamo vissuto. Tutti abbiamo una storia da raccontare. La voglia di raccontarla scaturisce dal desiderio di condividere, di uscire dalla propria nicchia o dal bisogno di testimoniare. Quella di Vittore Bocchetta non è certo una storia comune. Se poi si raggiunge l’età di 101 anni con la conservata capacità di raccontare, la microstoria individuale assume i connotati della storia collettiva, quella che si studia sui banchi di scuola.
Il 27 gennaio viene celebrato il “Giorno della Memoria” per non dimenticare le vittime dell’Olocausto, delle leggi razziali e di tutti coloro che hanno subito soprusi, deportazione e torture da parte del regime nazifascista. Bocchetta, sardo di nascita e veronese d’adozione, è un testimone di quei tragici avvenimenti che hanno segnato il secolo scorso. Laureato in Filosofia, insegnante, antifascista, perseguitato politico, deportato, scultore, pittore, scrittore, giornalista, operaio ceramista, pittore di murales in Argentina e Venezuela, conduttore televisivo e docente universitario negli Stati Uniti, non si è mai schierato politicamente ed è sempre stato coerente in un mondo dominato dal trasformismo, soprattutto nel dopoguerra.
La memoria autobiografica di Vittore, da lui narrata a giovani studenti da alcuni decenni, è stata utilizzata da Paolo Putzu, geriatra con la passione del racconto, per un monologo dal titolo “Ho un sassolino… Vittore Bocchetta e i suoi 100 anni e più”, che andrà in scena da “Intrepidi Monelli” lunedì 27 gennaio 2020 alle ore 20.30 con l’accompagnamento musicale delle The Longhettes e la regia di Cricrì Bocchetta.