Giornata contro la leucemia, l’impegno di Ail: 20 mln tra ricerca e assistenza.

Oltre 20 milioni di euro investiti in ricerca, assistenza ai pazienti e caregiver. Più di 5 milioni utilizzati per finanziare 114 studi in ltalia e 3,4 milioni per contribuire alle spese di funzionamento dei Centri di Ematologia e di Trapianto di Cellule Staminali. Sono i numeri dell’impegno di Ail, presentati in occasione della Giornata nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma che ricorre oggi

Sono circa 500mila le persone che convivono con un tumore del sangue e sono 30mila le nuove diagnosi: grazie alla ricerca i pazienti hanno maggiori probabilità di guarire o di convivere per anni con la malattia mantenendo una buona qualità di vita.

In occasione della 18esima Giornata nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma promossa dall’Ail sotto I’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, sono stati presentati anche cinque progetti di ricerca indipendente finanziati a Società Scientifiche ed enti che operano in ambito ematologico (Sie, Sies, Fil, Gitmo e Aieop).

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‘Qusta è una giornata importante in cui presentiamo i risultati della nostra attività- ha Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail– nel 2022 oltre 20mln di euro sono stati stanziati da Ail per finanziare la ricerca, per sostenere i reparti di ematologia. Tutto questo ha fatto sì che oggi i ricercatori possano portare i risultati della lotta alla leucemia oltre al 70%. Ma il nostro impegno è sempre quello di fare di più”.

Tra i progetti futuri anche il potenziamento del sostegno psicologico per pazienti e famiglie: “Per affrontare l’accettazione della diagnosi e il cambiamento che investe la propria vita è indispensabile, per un malato, l’aiuto di uno psico-oncologo – ha aggiunto Toro- una figura riconosciuta e specializzata che affianca il paziente e la famiglia nel percorso di cura”. 

“Il 46% delle risorse degli ultimi anni, che sono complessivamente di oltre 20 mln, sono state dedicate alla ricerca – ha proseguito William Arcese, presidente del comitato scientifico Ail -. La ricerca ha come interlocutore principale il Gimema (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto), ma l’impegno di Ail è trasversale anche a tutte le altre società scientifiche presenti in Italia”.

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Nel nostro Paese, ricordano dall’Ail, i bambini colpiti nella fascia 0-14 anni sono circa 1.400 all’anno a cui si aggiungono circa 900 casi nella fascia 15-19 anni. “I risultati clinici migliori si verificano nella patologia linfomatosa, linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin – ha detto Arcangelo Prete, Presidente Aieop e Direttore Ssd Oncoematologia Pediatrica Irccs Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico S. Orsola Malpighi -. Per i linfomi di Hodgkin arriviamo a percentuali di guarigione che superano il 90 percento e per alcuni istotipi si avvicinano al 100 percento, questo soprattutto per i linfomi di Hodgkin stadio 1 gruppo 1, la cui possibilità di guarigione, secondo gli ultimi protocolli, arriva al 98 percento. Seguono le leucemie linfoidi, la cui percentuale di guarigione supera ormai l’80 percento. I maggiori risultati si ottengono con l’immunoterapia sia liquida sia cellulare grazie a nuove molecole target verso antigeni tumore associati di superficie della cellula neoplastica, e con l’immunoterapia cellulare, le Car-T cells”. 

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Tra le maggiori novità in ambito trapiantologico sono le terapie cellulari (Car-T) che stanno cambiando l’armamentario terapeutico degli specialisti soprattutto dei linfomi non Hodgkin, in particolare nelle forme più aggressive, quali il tipo ‘a grandi cellule’ e il ‘mantellare’. “Le Car- T sono un’opportunità incredibile per quei pazienti che hanno visto fallire tutte le linee di trattamento, trapianto incluso – spiega Massimo Martino, presidente Gitmo e Direttore UOC Centro Trapianti Midollo Osseo -. Il loro avvento ha comportato una riorganizzazione dei centri di trapiantologia. Infatti, il percorso di cura non comprende esclusivamente il momento della somministrazione della terapia cellulare e la gestione delle tossicità acute, ma una serie di aspetti quali la selezione dei pazienti eleggibili, la terapia ‘ponte’ in attesa del ricovero, la gestione delle tossicità tardive”.