Garanzia Giovani, Bodgdan: “Quali risultati ha prodotto il programma per gli under25?”.
Contrasto alla disoccupazione giovanile, promozione dell’autoimpiego e, in generale, sostegno all’inclusione dei giovani europei. Questo è quanto avrebbe dovuto fare il programma Garanzia Giovani ma, come ampiamente risaputo, l’iniziativa non è proprio andata a buon fine, come rilevato già dal lontano 2017 dall’Ufficio Valutazione Impatto del Senato della Repubblica, senza contare i ritardi nei pagamenti rilevati in più occasioni in Puglia, Campania e Sardegna, giusto per citare alcune regioni d’Italia.
A chiedere un ulteriore intervento circa l’utilità, nonché la ragione della sussistenza del costoso (quanto inconsistente) programma per i giovani, è stato l’eurodeputato del Partito Popolare Europeo, Ioan-Rareş Bogdan: “I dati statistici mostrano l’incapacità di alcuni Stati membri dell’Ue di offire opportunità sostenibili di occupazione per i giovani. E’ urgente intervenire per evitare un ulteriore aumento della disoccupazione e introdurre nuove azioni per l’imprenditoria giovanile”.
Per conto della Commissione europea, sul tema il Commissario Nicolas Schmit ha richiamato i dati dei principali fondi a sostegno dell’occupazione per i giovani, il Fondo Sociale Europeo+ (17,3 miliardi di euro) e il Fondo per la ripresa e la resilienza, mentre nell’ambito della Garanzia per i giovani, l’esponente dell’Esecutivo von der Leyne, ha dichiarato che “molti Stati membri gestiscono programmi per l’imprenditoria giovanile – (purtroppo è vero!) – che offrono sostegno finanziario alle nuove imprese, spesso con formazione e tutoraggio. Come annunciato nel Piano d’azione per l’economia sociale la Commissione ha lanciato l’Accademia per l’imprenditorialità giovanile, riunendo responsabili politici e giovani
di ogni Stato membro su temi quali l’accesso ai finanziamenti, le competenze imprenditoriali e l’imprenditorialità sociale, aiutando le amministrazioni nazionali a offrire un sostegno più efficace ai ai giovani imprenditori”.
Guardando allo stato dell’arte, però e nonostante le grandissime risorse disponibili, nulla è stato fatto per rendere accessibili i contributi per l’apertura di nuove iniziative imprenditoriali per i/le giovani. In Italia, per esempio, non si riesce ad andare oltre la tagliola dei “paraculi” contributi a fondo perduto, accessibili soltanto per i giovani con risorse proprie e/o garanti. Inutile, pertanto, sperare nella creazione di una nuova leva di imprenditori di prima generazione. Più plausibile continuare a finanziare copiosamente il circolo dell’altrettanto “paracula” formazione d’impresa in UE. Principio che nell’Isola di Sardegna continua a toccare sempre nuove vette!
Tornando a Garanzia Giovani, però, il Commissario Schmit (avrebbe sorpreso il contrario) ha difeso la validità del programma: “Dal 2014, oltre 36 milioni di giovani hanno accettato un’offerta di lavoro o proseguito il percorso di istruzione grazie a Garanzia Giovani. L’ultima rilevazione del Comitato per la sua attuazione negli Stati membri del 2021 (attendiamo la prossima rilevazione il prossimo Autunno 2023 per ridere insieme alla Commissione UE), ha mostrato progressi nel raggiungimento dei giovani inattivi e vulnerabili, e nella qualità delle offerte di lavoro”.
Insomma, la cara vecchia narrazione istituzionale non può esimersi dalla difesa dell’indifendibile.
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