Futuro dell’Ucraina nell’UE, PE: “Processo sia meritocratico”.
Sì all’adesione dell’Ucraina all’UE ma attraverso un processo meritocratico. E’ quanto chiesto dai parlamentari europei all’interno dell’ultima risoluzione approvata ieri con 489 voti favorevoli, 36 contrari e 49 astensioni. Testo non legislativo che illustra le aspettative dell’Eurocamere in vista del vertice tra i leader politici dell’UE e dell’Ucraina in programma oggi a Kiev.
Un percorso che non dovrebbe fare sconti ad un Paese notoriamente famigerato per gli elevati tassi di corruzione e che in diverse occasioni ha dimostrato di non essere perfettamente in linea con il cosiddetto principio dello Stato di diritto, come ricordato, giusto per fare un esempio, anche dalla tolleranza del Governo del “campione di democrazia” Vladimir Zelensky verso la proscrizione digitale dei dissidenti ucraini. Il tutto mentre da anni l’UE ha lanciato una vera e propria battaglia (giustamenente) verso alcuni Paesi membri come la Polonia e l’Ungheria di Orbàn, da sempre critici verso l’adesione ai valori europei, contro i quali l’UE ha costantemente minacciato l’utilizzo dello strumento della condizionalità dello Stato di diritto.
La risoluzione, tornando al testo del Parlamento UE, affronta la prospettiva di adesione dell’Ucraina all’Unione, invitando quest’ultima ad “adoperarsi per l’avvio dei negoziati di adesione e a sostenere una tabella di marcia che delinei le prossime tappe per consentire l’adesione dell’Ucraina al mercato unico dell’UE”. Ribadendo il proprio impegno per la futura adesione dell’Ucraina all’UE in seguito alla domanda presentata dal Paese il 28 febbraio 2022, i deputati sottolineano che l’adesione rimane un processo meritocratico che richiede l’adozione e l’attuazione delle riforme pertinenti e l’adempimento delle riforme e dei criteri di adesione dell’UE.
Inoltre, i deputati hanno invitato le autorità ucraine a introdurre riforme sostanziali al fine di soddisfare efficacemente i criteri di adesione all’UE il prima possibile. Facile, su questo punto, osservare numerose forzature a sostegno del processo di adesione dell’Ucraina all’UE, senza contare l’esortazione del Parlamento europeo per potenziare l’assistenza militare all’Ucraina. Insomma anche nella “diplomatica” Eurocamera il piombo vale più delle valide argomentazioni.
Ancora, nel testo si invitano i leader presenti al prossimo vertice UE-Ucraina a dare priorità alla necessità di un pacchetto di misure dell’UE per sostenere la ripresa dell’Ucraina, che sia incentrato sul soccorso, la ricostruzione e la ripresa del paese nell’immediato e a medio e lungo termine, e che contribuisca a rafforzare ulteriormente la crescita dell’economia una volta terminata la guerra.
Valutando le esigenze di ricostruzione dell’Ucraina (ovvero il nuovo grande affare per le grandi corporate europee e statunitensi), i deputati hanno ribadito anche la richiesta di consentire l’uso dei beni congelati della Banca centrale russa, oltre che i beni degli oligarchi russi, per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina.
Richiesto nel testo anche l’inserimento nell’elenco delle persone ed entità oggetto delle sanzioni UE anche le società russe ancora presenti sui mercati europei, come Lukoil e Rosatom e, infine, l’applicazione dell’embargo immediato e totale sulle importazioni di combustibili fossili e uranio dalla Russia nonché la completa dismissione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2.
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