Forniture militari, Złotowski: “Meno del 9% aziende UE ha lasciato la Russia”.

La catena di distribuzione di equipaggiamenti militari dall’UE verso la Russia, come ricordato dal deputato polacco di ECR, Kosma Złotowski, non si è mai fermata, nonostante i proclami di “verginità” dei massimi vertici europei.

Una conferma resa più solida dalle diverse inchieste di “The Insider” e “Le Monde” per le quali alcuni Big player franceso, come Auchan e Leroy Merlin, avrebbero fornito attrezzature all’esercito di Putin. “Un’analisi delle e-mail interne, dei resoconti dei testimoni e dei post sui social media – scrive l’esponente di ECR – mostra che i soldati russi sul fronte ucraino hanno ricevuto da queste aziende articoli come utensili, sigarette e abbigliamento. Nel caso di Auchan, i prodotti sono stati consegnati come “aiuti umanitari” e comprendevano sia beni provenienti dai magazzini sia beni raccolti da volontari”.

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Una questione di opportunità lontana dalle logiche degli affari: “Meno del 9% delle aziende dell’UE e del G7 ha lasciato la Russia dopo l’attacco all’Ucraina. Alcune di esse hanno fornito assistenza materiale all’esercito russo e sostegno alle autorità nel processo di reclutamento”.

Ovvia, quindi, la richiesta dell’eurodeputato alla Commissione von der Leyen circa l’azione di monitoraggio dei vertici UE sul coinvolgimento delle aziende europee a sostegno dello sforzo bellico della Federazione Russa.

Azione sulla quale è intervenuta la Commissaria Maired McGuinness: “Dal 16 dicembre 2022, alle aziende dell’UE è vietato mettere a disposizione della Federazione Russa, direttamente o indirettamente, fondi e risorse economiche. Per dare piena efficacia a questa misura, la Commissione ha invitato gli operatori dell’UE in affari con entità russe a condurre una due diligence, esercitando una vigilanza su eventuali legami tra le loro controparti e le Forze armate e a rispettare le sanzioni dell’UE”.

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Monitoraggio – chi lo avrebbe mai detto? – sul quale la Commissione non ha una diretta competenza, come spiegato dalla McGuinness: “Gli Stati membri sono responsabili dell’attuazione e dell’applicazione delle sanzioni, e sono responsabili della conduzione delle indagini sulle violazioni segnalate delle misure di congelamento dei beni”.

Ma qualcosa nell’Esecutivo von der Leyen si fa: “La Commissione – prosegue la McGuinness – si consulta regolarmente con le associazioni di categoria dell’UE per spiegare le misure restrittive dell’UE, discuterne l’impatto, assicurarne il rispetto da parte delle imprese dell’UE e impedire che queste ultime sostengano indirettamente lo sforzo bellico russo”. Meglio poco che niente!

foto European parliament

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