Fondo Sociale Europeo, 116 milioni per l’occupazione giovanile. Ma come li spenderà la Regione Sardegna?
I/le rappresentanti dell’Autorità di Gestione del FSE+ Sardegna insieme a quelli della DG Occupazione, affari sociali e inclusione della Commissione europea, si sono riuniti ieri per parlare di futuro, giovani e sviluppo locale nel corso dell’evento “Il Futuro inizia oggi. Il Fondo Sociale Europeo di domani in Sardegna”. Un incontro per fare il punto sul prossimo ciclo di programmazione che, come ricordato dai promotori del meeting, destina 116 milioni specificamente alla priorità dedicata all’occupazione giovanile e 174 milioni sull’asse dell’istruzione, finalizzata al contrasto del fenomeno della dispersione scolastica.
Una montagna di denaro che se da una parte dovrebbe far sperare per il finanziamento di progetti disruptive per l’inclusione dei/delle giovani sardi/e, dall’altra, guardando al pregresso delle iniziative “busta” finanziate dall’Aspal, non fa ben sperare per il futuro delle giovani generazioni sarde.
Ma di questo, nel corso dell’autoreferenziale raggruppamento istituzionale andato in scena ieri, non si è parlato. D’altronde l’autocritica dalle parti dell’Assessorato al Lavoro e di quello alla Programmazione è sempre stata merce rara.
Spazio quindi all’autocelebrazione, come ricordato nella nota dell’assessora al Lavoro Ada Lai: “Il lavoro in Sardegna c’è, ma si trova con le competenze. La Regione – ha aggiunto l’esponente della Giunta in scadenza di mandato – sta impegnando ingenti fondi europei per la formazione, perché investire sui giovani e sulle competenze è l’unica via per la crescita. Ai giovani dico di seguire le loro inclinazioni scegliendo percorsi di studio che facciano emergere il loro talento”.
Già, speriamo con risultati più confortanti di quanto fatto, giusto per citare un esempio recente, con il fallimentare programma Talent Up partorito dalla Giunta Pigliaru e proseguito, con notevole dispendio di risorse pubbliche, con quella Solinas.