Fondi Ue per l’Africa: bilancio disastroso e sostegno a progetti fantasma.

Sono notevoli, per non dire gravi, le pecche sulla gestione del Fondo fiduciario dell’Ue per l’Africa contenute nell’ultima relazione della Corte dei conti europea.

Secondo la Corte, in particolare, diversi progetti finanziati dall’Ue non sarebbero direttamente correlati al loro scopo, in particolare nel campo della gestione delle crisi migratorie, altri, ancora, risulterebbero essere veri e propri progetti fantasma, mentre per altri ancora le autorità locali non hanno rispettato gli accordi stabiliti con l’Ue, “intascandosi i fondi assegnati e gonfiando artificalmente i risultati di impatto dei progetti”.

La Corte dei conti, ancora, ha osservato che “33 dei 115 investimenti esaminati non erano più operativi al momento delle ispezioni dei membri del revisore europeo, mentre altri 66 sono reputati insostenibili.

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Recentemente, anche dal Parlamento europeo è stato chiesto di fare luce sulla copiosa spendita di risorse europee per le solite “iniziative ardite” per usare un eufemismo. A chiedere alla Commissione europea di riferire sui fondi per l’Africa è stata l’eurodeputata del gruppo Patrioti per l’Europa, Mathilde Androuët.

“In una risposta molto vaga, la Commissione promette di orientare meglio gli aiuti dichiarando che “la sostenibilità delle azioni finanziate dipende in larga misura da numerosi fattori esterni che sfuggono al controllo della Commissione”.

Alla luce dell’esigenza di trasparenza e nell’interesse della responsabilità dei contribuenti europei, alla Commissione è stato quindi chiesto di riferire sull’entità dei miliardi inutilmente sperperati negli otto anni di attività del Fondo fiduciario dell’UE per l’Africa.

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Tutto bene, invece, per la commissaria europea, Jutta Urpilainen, intervenuta sull’interrogazione parlamentare a nome della Commissione Ue.

“Il Fondo fiduciario dell’UE per l’Africa (EUTF) è stato creato al culmine della crisi migratoria del 2015 come strumento innovativo con un elevato significato politico per coordinare la risposta dell’UE con i Paesi partner sulla migrazione. Ha affrontato un’ampia gamma di azioni. Dal 1° gennaio 2022 – prosegue – l’EUTF per l’Africa non finanzia nuovi programmi. I
programmi in corso continueranno a essere implementati fino al 31 dicembre 2025″.

Per la commissaria, però, diversamente alle criticità sollevate dalla Corte dei Conti europea, ha poi affermato che l’EUTF ha “sviluppato nuovi approcci per raccogliere informazioni sulle cause profonde dell’instabilità, della migrazione irregolare e degli sfollamenti, concludendo che i progetti hanno risposto alle esigenze e hanno prodotto molti dei risultati pianificati”.

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