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Fondi UE all’editoria: un’informazione indipendente o pilotata?

La trasparenza è un principio cardine delle istituzioni europee, almeno sulla carta. Eppure, quando si tratta di finanziamenti ai media, le informazioni sembrano dissolversi nel nulla. Secondo alcune fonti giornalistiche, la Commissione europea avrebbe distribuito 132,82 milioni di euro a diversi organi di stampa, tra cui importanti testate italiane, tramite l’agenzia privata Havas Media France. Tutto questo, guarda caso, proprio alla vigilia delle elezioni europee di giugno 2024.

Ma chi ha ricevuto questi fondi? Perché sono stati distribuiti tramite un intermediario privato? E soprattutto: con quali garanzie per l’indipendenza giornalistica? Queste sono le domande che un gruppo di europarlamentari di Patrioti per l’Europa ha posto direttamente alla Commissione europea con un’interrogazione scritta. E le risposte tardano ad arrivare.

Il primo nodo da sciogliere riguarda il metodo con cui questi fondi sono stati distribuiti. In teoria, qualsiasi spesa pubblica superiore a 14.000 euro dovrebbe essere soggetta a una gara pubblica. Eppure, in questo caso, la Commissione ha deciso di canalizzare milioni di euro attraverso una società privata, senza alcun bando trasparente. Perché?

Ancora più preoccupante è il potenziale impatto di questi finanziamenti sull’autonomia editoriale dei media che li ricevono. Se da un lato Bruxelles sostiene di promuovere la libertà di stampa, dall’altro c’è chi denuncia un rischio concreto: quello di un’informazione sempre più allineata alle posizioni della Commissione, con articoli e servizi confezionati su misura per soddisfare le aspettative dei burocrati europei.

Se i fondi sono stati erogati senza condizionamenti, perché non rendere pubblica la lista completa dei beneficiari e degli importi ricevuti? Cosa impedisce alla Commissione di divulgare queste informazioni?

In un’Europa che si proclama baluardo della democrazia e della libertà di informazione, è lecito chiedersi se l’opacità di questi finanziamenti non rappresenti una minaccia per il pluralismo e l’indipendenza della stampa. La Commissione deve rispondere, e deve farlo con chiarezza. I cittadini europei hanno il diritto di sapere se i media da cui si informano sono davvero indipendenti o se, invece, stanno semplicemente ripetendo la narrazione imposta da Bruxelles.