Florina in Giallo: si prosegue con “Io vi accuso. Giacomo Matteotti e noi”.
Continuano, con la presentazione del volume “Io vi accuso. Giacomo Matteotti e noi” di Concetto Vecchio (Utet), le anteprime di Florinas in Giallo, il festival letterario organizzato dal Comune di Florinas e Associazione Itinerandia. Un vibrante e appassionato reportage giornalistico, fanno sapere i promotori, scritto nel centenario della morte del leader socialista rapito e assassinato da una squadra fascista il 10 giugno 1924.
Volume che sarà presentato ad Alghero giovedì 20 giugno (Villa Mosca, h.19) e a Sassari sabato 22 (Padiglione Tavolara, h.18.00). “Io vi accuso” è un viaggio nel trauma che inaugurò il regime fascista e non fu mai risanato, una sorprendente inchiesta che, mentre racconta il passato, interroga il nostro presente. Il ritratto di Giacomo Matteotti che emerge dal libro è quello di un uomo intransigente, risoluto, ma anche inquieto, modernissimo, dalla parte degli ultimi, che affronta Benito Mussolini a viso aperto. Nel suo paese natale, Fratta Polesine, Giacomo Matteotti, ucciso dal fascismo, è stato per oltre sessant’anni ricordato con una iscrizione censurata. Nel 1950, con Mario Scelba ministro dell’Interno, non fu permesso di scrivere che «senza pace attende il giorno della giustizia riparatrice». Solo da un decennio la frase è riapparsa in piazza, ma quel desiderio di giustizia resta in attesa, perché nell’Italia repubblicana Matteotti è ancora solo il nome di una via. E invece la sua vita, per noi oggi, è più importante della sua morte. Per questo Concetto Vecchio si è messo sulle sue tracce, leggendo le carte degli interventi parlamentari e le lettere d’amore alla moglie Velia, ma anche viaggiando attraverso l’Italia, dalla casa natale nel Polesine alla tomba, dal palazzo del quartiere Flaminio da cui uscì per l’ultima volta alle aule del parlamento in cui viene discussa la proposta di Liliana Segre per le celebrazioni del centenario della morte.