Finisce l’era di Assad in Siria, Alto rappresentante Ue: “Ricordiamo le vittime del regime”.
L’Ue, attraverso la nota dell’Alto rappresentante Kaja Kallas, ha commentato oggi – con un certo ritardo – la caduta del regime criminale di Assad in Siria. Un’epoca caratterizzata dalle “immense sofferenze del popolo siriano”, ad oggi il gruppo più rappresentato tra le persone sotto protezione temporanea in Ue: “Siamo al fianco di tutti i siriani, sia nel Paese che nella diaspora. Tutti devono avere l’opportunità di riunificare, stabilizzare e ricostruire il loro Paese, ripristinare la giustizia e garantire la responsabilità”.
Ma, sullo sfondo, tutti sono coscienti del fatto che, in assenza di accordi solidi, quello che è stato nel bene e nel male un Paese indipendente, potrebbe diventare, per effetto del processo di balcanizzazione dello Stato (specialmente per volontà di Washington ed Ankara), l’area potrebbe continuare ad essere destabilizzata.
Motivo per cui, anche secondo l’Ue, è fondamentale preservare l’integrità territoriale della Siria e rispettare la sua indipendenza, la sua sovranità e le istituzioni statali, respingendo ogni forma di estremismo. Aspetto, però, particolarmente remoto, vista l’ingombrante presenza delle milizie islamiche Hayat Tahrir al-Sham guidate da Abu Mohammed Al-Jolani, terrorista ex-Al-Queda, il cui obiettivo è sempre stato quello di creare uno Stato islamico con il sistema legale basato sulla sharīʿa.
Da qui l’appello dell’Alto rappresentante dell’Ue: “Esortiamo tutti gli attori a evitare ulteriori violenze, a garantire la protezione dei civili e a rispettare il diritto internazionale, incluso il diritto internazionale umanitario. In particolare, esortiamo alla protezione dei membri di tutte le minoranze, comprese quelle cristiane e di altre confessioni non maggioritarie, nonché alla sicurezza dei cittadini stranieri e al rispetto delle rappresentanze diplomatiche a Damasco. Esortiamo inoltre tutte le parti a proteggere il ricco patrimonio culturale e i monumenti religiosi della Siria”.
Fondamentale, inoltre, che tutte le parti interessate si impegnino in un dialogo inclusivo, nello spirito della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e in conformità con la volontà del popolo siriano.
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