Fine vita, presentata la proposta di legge del Centrosinistra e Cinque Stelle.

E’ il “fine vita” il topic dell’ultima proposta di legge presentata dai gruppi del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle Sardegna. Un atto, alla luce del timing della proposta, che non può che suscitare una riflessione sulla reale sensibilità dell’opposizione sul tema. Visti i tempi, le grane e l’ormai lanciata campagna di posizionamento dei partiti in vista delle prossime elezioni regionali ci sarà, infatti, qualche speranza di calendarizzare la discussione di una così delicata tematica all’interno delle competenti commissioni consiliari e in Aula? O, cosa più probabile, si tratta dell’ennesima proposta di legge presentata per far presa sul proprio “presunto” elettorato di riferimento?

Non è dato saperlo e, per averne certezza, bisognerà attendere il naturale decorso del vero malato politico degli ultimi anni nell’Isola: la XVI Legislatura e la sua maggioranza, protagonista di una vera e propria sciagurata esperienza di Governo.

Nel frattempo, l’unico dato certo, è che la proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito, presentata oltre che dai proponenti anche da Filomena Gallo e Marco Cappato, si compone di sette articoli recanti tempi, modi e percorsi di accesso alla gratuità delle prestazioni da parte del servizio sanitario.

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“E’ un’iniziativa importante – ha dichiarato Filomena Gallo – ancora una volta la Sardegna mostra grande sensibilità su temi che riguardano i diritti civili e la vita delle persone. Oggi in Italia non c’è una legge in materia perché il Parlamento ha deciso di non pronunciarsi. Esiste comunque una sentenza della Corte costituzionale (la 242 del 2019) che sancisce il diritto di una persona ad ottenere assistenza medica per morire quando sussistano determinate condizioni: la capacità del malato di prendere una decisione liberamente e in completa autonomia, la presenza di una patologia irreversibile che provoca gravi sofferenza fisiche e psichiche, la necessità di trattamenti di sostegno vitale. Con l’intervento delle Regioni il sistema sanitario locale avrà delle norme di riferimento per attivare le procedure e rendere effettivo un diritto sancito con sentenza dalla Corte Costituzionale senza essere costretto a rivolgersi a un tribunale”.

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“Oggi chi soffre non ha certezza sui tempi e sulle modalità di accesso al suicidio medico assistito – ha aggiunto Marco Cappato – con la disobbedienza civile abbiamo conquistato un diritto. Ora serve un quadro normativo che disciplini l’attività delle Asl e faccia emergere una realtà sociale nascosta dalla burocrazia e dall’assenza di regole”.

Cappato e Gallo hanno poi ricordato l’importante contributo dato alla causa del fine vita da Giovanni Nuvoli e Walter Piludu le cui vicende hanno costretto i tribunali a pronunciarsi sul diritto dei malati di scegliere sul proprio destino. “Oggi però serve un passo in avanti – ha affermato Cappato – su questo tema c’è un altissima percentuale di favorevoli in Italia che va oltre l’80%. Bisogna superare la logica delle fazioni ed evitare lo scontro tra destra e sinistra o tra laici e cattolici. C’è bisogno di un confronto ampio che parta dalla sofferenza delle persone e non dalle ideologie”.

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Su questo versante sta lavorando in Sardegna la cellula dell’Associazione Coscioni rappresentata dall’avvocato Aldo Luchi: “La presentazione della proposta di legge in Consiglio regionale è un fatto rilevante – ha detto – la Sardegna potrebbe presto avere una norma di riferimento che metterebbe fine a dubbi e incertezze e consentirebbe alle Asl di agire con regole certe”.

“Poter scegliere sulla propria vita è una questione di libertà – ha detto Piero Comandini, segretario regionale del Pd e primo firmatario della proposta di legge – per questo abbiamo sposato l’iniziativa dell’associazione Coscioni. Su questo tema c’è bisogno di un pronunciamento univoco a livello nazionale”.

Spiazzante, invece, l’ottimismo dell’esponente progressista Francesco Agus circa la conclamata inerzia del Consiglio regionale: “La proposta è aperta a tutti – ha aggiunto il capogruppo dei progressisti Francesco Agus – chiederemo di firmarla anche ai colleghi della maggioranza. Possiamo approvarla prima della fine della legislatura”.

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