Finanziamento più trasparente dei partiti politici europei: si lavora al nuovo regolamento.

Oggi i ministri degli Affari generali dell’UE hanno raggiunto un accordo politico sulla rifusione del regolamento relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee.

L’obiettivo di tale revisione è rafforzare la trasparenza e il quadro per il finanziamento dei partiti politici europei, cercando nel contempo di limitare gli oneri amministrativi che possono gravare sugli stessi. La revisione faciliterà inoltre l’azione dei partiti politici europei, che contribuiscono a esprimere la volontà dei cittadini dell’Unione, negli Stati membri.

“La trasparenza delle campagne politiche e delle elezioni è fondamentale per la protezione del processo democratico – ha ricordato oggi Clément Beaune, sottosegretario di Stato francese incaricato degli Affari europei -. I cittadini hanno il diritto di conoscere l’origine dei finanziamenti ricevuti dai partiti”.

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Il Consiglio, in particolare, ha concordato alcune modifiche al documento iniziale della Commissione, volte principalmente a sopprimere le disposizioni della proposta della Commissione che avrebbero consentito ai partiti politici europei e alle fondazioni politiche europee di ricevere contributi da loro membri che abbiano la loro sede in un Paese appartenente al Consiglio d’Europa, ma al di fuori dell’UE. Ancora, tornare al regime dell’attuale regolamento, che prevede un cofinanziamento del 10% per i partiti politici europei e del 5% per le fondazioni politiche europee. La Commissione aveva proposto di allineare il tasso di cofinanziamento al 5% sia per i partiti politici europei che per le fondazioni politiche europee; chiedere all’Autorità per i partiti politici europei di fornire elementi comprovanti in caso di violazione del regolamento prima di decidere di imporre una sanzione pecuniaria ai partiti e alle organizzazioni responsabili della violazione; imporre ai partiti politici europei e alle fondazioni politiche europee di presentare annualmente la loro dichiarazione scritta sul rispetto dei valori dell’UE; escludere i referendum nazionali dal cofinanziamento di campagne nazionali al di là del contesto delle elezioni del Parlamento europeo; chiarire che la nuova categoria contabile, introdotta dalla Commissione, collegata ai proventi finanziari generati dalle attività dei partiti o delle fondazioni (“risorse autogenerate”) non dovrebbe incoraggiarli a perseguire uno scopo di lucro. Questa fonte di entrate sarà limitata al 2% del loro bilancio annuale; abbassare la soglia che fa scattare il nuovo regime delle donazioni proposto dalla Commissione da 3 000 EUR a 1 500 EUR all’anno e per donatore. A partire da questo valore determinato, i donatori dovranno fornire le informazioni necessarie per la loro corretta identificazione. L’Autorità per i partiti politici europei e le fondazioni politiche europee potrà effettuare controlli qualora sospetti una violazione del regolamento per quanto riguarda le donazioni; eliminare la possibilità di imporre sanzioni nei casi in cui i partiti membri non abbiano mantenuto nei rispettivi siti web informazioni sulla rappresentanza di genere tra i candidati alle ultime elezioni del Parlamento europeo, in quanto si tratta già di un criterio per la concessione di fondi.

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