Febbre del Nilo, primo caso umano nell’oristanese.

Il primo caso umano di contagio del virus della West Nile (Febbre del Nilo) in provincia di Oristano. Un uomo di 72 anni di Siamanna è stato ricoverato all’ospedale San Martino di Oristano e poi trasferito nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Sassari. “La situazione è sotto controllo”, ha detto Maria Valentina Marras, direttrice del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della Asl 5, “le condizioni del settantaduenne di Siamanna sono mediocri ed è monitorato costantemente da tutta l’equipe del reparto dell’ospedale sassarese”.

L’uomo di Siamanna, con febbre alta, è stato ricoverato all’ospedale di Oristano. Da subito la diagnosi è stata quella della
Febbre del Nilo, conferma poi arrivata dagli esami effettuati nel laboratorio dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari. Subito dopo il paziente è stato trasferito nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Sassari.

LEGGI ANCHE:  Febbre del Nilo: positive cornacchie a San Vero Milis.

Nel mese di luglio erano risultati positivi alla Febbre del Nilo un gruppo di zanzare catturate da una trappola a Torregrande e due cornacchie, abbattute da un cacciatore nello stesso punto nel territorio di Solarussa. Lo scorso anno otto casi di contagio umano di West Nile nell’oristanese, quattro dei quali sono persone poi decedute.

Il virus West Nile, trasmissibile dagli uccelli infetti all’uomo o ad altri animali attraverso la puntura di zanzara, nell’80 per cento dei casi da luogo a forme asintomatiche, nel 20 per cento causa sintomi simili a quelli influenzali (febbre, mal di testa, nausea e vomito) e in una percentuale inferiore all’1 per cento provoca encefaliti o meningoencefaliti.

LEGGI ANCHE:  Sassari. Mascia incontra la presidente Todde: "Recuperare il terreno perduto".

La dottoressa Marras ha ricordato ai cittadini le precauzioni da attuare per evitare il contagio del virus: “È importante che in particolare anziani e fragili si proteggano adottando una serie di precauzioni In primo luogo occorre evitare i ristagni d’acqua, dove proliferano le larve di zanzara. Per questo è necessario svuotare di frequente sottovasi di fiori, secchi, copertoni, barili; cambiare spesso l’acqua delle ciotole per animali; tenere le piscine per bambini vuote o coprirle quando non sono usate; trattare con prodotti larvicidi tombini e pozzetti di sgrondo delle acque piovane, zone di scolo e ristagno;
verificare che le grondaie siano pulite e non ostruite; coprire le cisterne e i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere. Per difendersi dalle punture è poi consigliato schermare porte e finestre con zanzariere, utilizzare repellenti cutanei per allontanare gli insetti, evitare di sostare in zone in cui sono presenti laghetti artificiali e ristagni d’acqua, come giardini e parchi, in particolare all’imbrunire e di notte, quando le zanzare sono più attive”.

LEGGI ANCHE:  A Santa Giusta il primo caso di Febbre del Nilo del 2024.

La Direzione e il Dipartimento di Prevenzione della Asl 5 hanno già predisposto una capillare opera di sensibilizzazione della popolazione, coinvolgendo medici di famiglia, pediatri di libera scelta, poliambulatori e comunità socio-assistenziali, perché i cittadini vengano informati sulle precauzioni da adottare per difendersi dalle punture di zanzara attraverso la divulgazione di materiale informativo sul virus.

foto di James Gathany, USCDCP da Pixnio