Febbre del Nilo: 4 casi accertati a Oristano.

Quattro casi di Febbre del Nilo sono stati accertati tra ieri e oggi in provincia di Oristano, casi che si aggiungono ai due già diagnosticati nei giorni scorsi dal Laboratorio Analisi dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari.

Cinque dei sei pazienti sono ricoverati all’ospedale San Martino, mentre il sesto si trova al Brotzu di Cagliari. Tutti i soggetti, che hanno più di 60 anni e patologie pregresse, sono tenuti sotto osservazione e monitorati costantemente.

Il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Oristano, non appena avuta conferma della positività al virus West Nile, ha inviato ai Comuni di residenza dei pazienti (Oristano e Simaxis) la proposta di ordinanza per il rafforzamento delle misure di prevenzione e protezione, già attivate con l’inizio della stagione estiva.

Per fare il punto sulla situazione ieri pomeriggio è stata convocata nella sede della Asl di Oristano una nuova Unità di crisi presieduta dal direttore sanitario Antonio Maria Pinna, a cui hanno preso parte i direttori del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, del Servizio veterinario di Sanità Animale e dei reparti ospedalieri in cui sono ricoverati i pazienti. Presente anche il dirigente del servizio Ambiente della Provincia di Oristano. Dalla riunione è scaturita la decisione di potenziare ulteriormente le azioni di bonifica avviate fin dalla primavera, attraverso interventi di disinfestazione mirati nei siti in
cui si sono verificati i casi di positività e nelle aree a maggior rischio, in linea con quanto previsto dai protocolli nazionali. Saranno inoltre rese più capillari le attività di sensibilizzazione e di informazione alla popolazione sulle misure da adottare per prevenire la malattia.

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Il virus West Nile, trasmissibile dagli uccelli infetti all’uomo o ad altri animali attraverso la puntura di zanzara, nell’80 per cento dei casi si sviluppa in maniera asintomatica, nel 20 per cento causa sintomi simili a quelli influenzali (febbre, mal di testa, nausea e vomito) e in una percentuale inferiore all’1 per cento provoca encefaliti o meningoencefaliti.

“È importante che i cittadini, in particolare anziani e fragili, si proteggano adottando una serie di precauzioni – ricorda ancora una volta la direttrice del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica Maria Valentina Marras – In primo luogo occorre evitare i ristagni d’acqua, dove proliferano le larve di zanzara. Per questo è necessario svuotare di frequente sottovasi di fiori, secchi, copertoni, barili; cambiare spesso l’acqua delle ciotole per animali; tenere le piscine per bambini vuote o
coprirle quando non sono usate; trattare con prodotti larvicidi tombini e pozzetti di sgrondo delle acque piovane, zone di scolo e ristagno; verificare che le grondaie siano pulite e non ostruite; coprire le cisterne e i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere. Per difendersi dalle punture – prosegue la Marras – è poi consigliato schermare porte e finestre con zanzariere, utilizzare repellenti cutanei per allontanare gli insetti, evitare di sostare in zone in cui sono presenti laghetti artificiali e ristagni d’acqua, come giardini e parchi, in particolare all’imbrunire e di notte, quando le zanzare sono più attive”.

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foto di James Gathany, USCDCP da Pixnio