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Farmaceutica italiana, un settore da 17 miliardi: investimenti in crescita, ma servono riforme.

La farmaceutica italiana continua a trainare l’economia con un fatturato complessivo che sfiora i 17 miliardi di euro, di cui circa 13 miliardi derivano dall’export. Un comparto in espansione all’estero, ma con il cuore e il cervello saldamente radicati in Italia. È quanto emerge dal Rapporto della Fondazione Edison sulle FAB13, le multinazionali farmaceutiche italiane che rappresentano un’eccellenza nel panorama industriale del Paese.

Presentato a Milano, lo studio analizza i risultati di aziende come Alfasigma, Abiogen Pharma, Angelini Pharma, Chiesi Farmaceutici, Dompé Farmaceutici, I.B.N. Savio, Italfarmaco, Kedrion, Menarini, Molteni, Neopharmed Gentili, Recordati e Zambon. Il documento evidenzia un comparto che, pur registrando una crescita significativa sui mercati internazionali, mantiene in Italia la sua base operativa, consolidando i bilanci nel Paese e contribuendo al finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale.

Nel 2023, il settore ha destinato 1 miliardo di euro alla ricerca, con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Anche l’occupazione è in salita: il comparto conta 47mila addetti a livello globale, di cui 15mila in Italia, con una crescita del 3% rispetto al 2022. Con 67 siti produttivi e 43 centri di ricerca nel mondo, il farmaceutico italiano si conferma un settore strategico per l’innovazione e la competitività internazionale.

Nonostante i numeri positivi, il comparto chiede riforme legislative per garantire stabilità e favorire ulteriori investimenti. Sergio Dompé, presidente dell’omonimo gruppo biofarmaceutico, sottolinea la necessità di rafforzare il Sistema Sanitario Nazionale e di creare condizioni più favorevoli per la ricerca: “Se non interveniamo sulla normativa, rischiamo di compromettere la capacità di attrarre investimenti, cosa che non possiamo permetterci”.

A fargli eco, Stefano Mecchia, coordinatore del Gruppo FAB13, che richiama l’importanza di proteggere l’industria nazionale anche oltre l’aspetto economico: “La pandemia ci ha insegnato quanto sia cruciale avere una produzione farmaceutica forte e radicata nel Paese”.

Tra le priorità indicate dal settore, spicca la richiesta di un sistema normativo più chiaro e stabile, con particolare attenzione alla tutela brevettuale, fondamentale per proteggere l’innovazione. Inoltre, le aziende puntano su una maggiore collaborazione tra università e imprese, così da favorire la formazione e la crescita dei talenti nel settore scientifico.