Famiglia, 70 Associazioni no profit: “Appello a politica: serve legge contro sfruttamento maternità e a tutela minori all’estero”.

“Forze politiche e personalità della cultura si sono espresse per rendere sempre effettivo il divieto di maternità surrogata e di compravendita dei minori. Ciò soprattutto nella prospettiva di prevenire e sanzionare questi reati anche se commessi all’estero. Serve allora, e urgentemente, una nuova legge di contrasto all’utero in affitto all’estero, che potrà includere anche lo status del neonato da maternità surrogata o da compravendita, il cui superiore interesse sarà quello di essere destinato all’adozione, in linea con un sistema che preclude l’idoneità ad adottare per coloro che aggirano le norme previste, o addirittura commettono reati riguardanti minori”. A scriverlo sono 70 Associazioni no profit, che rivolgono un appello alle forze politiche chiedendo il varo di una nuova legge che tuteli i minori e impedisca lo sfruttamento della maternità.

“E’ urgente un adeguamento legislativo della materia” sottolineano le Associazioni, che rimarcano come “a differenza di quanto accaduto finora, da pochi giorni, con la sentenza della Cassazione del 31 marzo scorso, la n. 9006/2021, nessun sindaco si opporrebbe più all’iscrizione anagrafica del bambino ottenuto all’estero da maternità surrogata, perché andrebbe incontro a una sicura soccombenza nel giudizio che sarebbe attivato sul suo rifiuto”. Con questa sentenza, infatti, si “rischia di aprire la strada alla maternità surrogata e più in generale alla compravendita della maternità, del corpo della donna e del neonato. Nella motivazione formalmente si afferma il contrario, ma nella sostanza è evidente l’assenza di strumenti utili a contrastare questi delitti ovunque commessi”.

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Secondo le 70 Associazioni no profit, “il Parlamento non può sottrarsi”, perché “sarebbe un fallimento lasciare, ancora una volta, alla giurisdizione il compito di ridisegnare il sistema, superando i divieti esistenti, col drammatico corollario di bambini scelti, all’estero, per catalogo e ‘donatrici’ che prestano il loro corpo a pagamento”. Si aggiunga che il 28 gennaio la Corte costituzionale con la sentenza n. 33/2021 “fermo restando il divieto penalmente sanzionato di maternità surrogata, ha ritenuto che l’attuale quadro giuridico non assicuri piena tutela agli interessi del bambino nato con questa tecnica”, e perciò ha affermato “la necessità di un intervento del legislatore”.

“La Cassazione – scrivono ancora le associazioni – non può indicare strumenti convincenti per evitare che in sede estera si possa ‘comprare’ una maternità e ciò a causa di una grave carenza normativa nell’ordinamento italiano, che dia concretezza a principi che, in materia, sono invece molto chiari. Ricordiamo anche che la maternità surrogata è condannata dal Parlamento Europeo e secondo la Corte costituzionale “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”.

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“La maternità surrogata non è solo contro la dignità della donna, ma è al tempo stesso gravemente lesiva del superiore interesse del minore. La possibilità di aggirare facilmente, all’estero, il divieto di maternità surrogata, ottenendo, poi, quel ‘riconoscimento’ anagrafico permesso dalla sentenza della Cassazione n. 9006/2021, conduce anche alla più generale elusione del sistema delle adozioni internazionali con tutti i presidi a tutela dei minori. Per questo – concludono – serve urgentemente una legge di poche parole che renda reato la maternità surrogata anche se il fatto è organizzato all’estero”.

Foto di rmt da Pixabay