Europee 2024. Perchè anche nella X Legislatura potrebbero non esserci eurodeputati/e sardi.

Più della fredda matematica, ricordiamolo il rapporto tra elettori sardi e siciliani (rispettivamente 1.447.753 e 4.609.984), ad incidere sul largo astensionismo dei votanti sardi alle prossime elezioni europee di giugno 2024, e quindi della mancanza di rappresentanza della Sardegna alla X Legislatura del Parlamento europeo, potrebbe essere la caratura dei candidati/e per la Sardegna.

Andando oltre la bassa politica confermata dalle decisioni dei big Giorgia Meloni ed Elly Schlein di candidarsi nelle Isole, giusto per “accaparrarsi” un posto sicuro da “girare” a qualche altro/a candidato/a, e di parlamentari in corso di mandato – come ricorda la candidatura di Salvatore Deidda per Fratelli d’Italia -, i partiti nazionali per la Sardegna, sembrano aver puntato più sull’estemporaneità che sulla sostanzialità nella scelta dei candidati: Ilaria Salis docet cari amici e amiche di Alleanza Verdi-Sinistra.

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Nell’attesa della chiusura delle liste, prevista per domani 30 aprile, dalla Sicilia arriva poi la conferma della candidatura degli eurodeputati uscenti Annalisa Tardino, Raffaele Stancanelli, Pietro Bartolo e Caterina Chinnici. Tutti esponenti abbastanza solidi in termini di consensi elettorali. I famosi numeri – questo sono – che confermeranno o meno l’esclusione della Sardegna dalla rappresentanza al prossimo Parlamento europeo.

A chiudere il cerchio, a breve, potrebbe arrivare anche la notizia della ricandidatura degli eurodeputati uscenti, Giuseppe Milazzo e Francesca Donato. Parlamentare, quest’ultima, confermatasi particolarmente attenta alle questioni della Sardegna nel corso del mandato, oltre a rappresentare una presenza qualificata a Bruxelles, diversamente da qualche altra pagina “sfigata” vista nel corso della IX Legislatura a Bruxelles. Figuracce sul Prosek docet.

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Più coerente, probabilmente, la scelta di Ignazio Corrao e di Dino Giarrusso di non ripresentarsi alle urne per mutati “rapporti di forza tra i partiti”.

Elementi di sfondo che difficilmente saranno ripresi da una certa stampa mainstream, più attenta al copia e incolla e all’assenza di senso critico. Modus operandi, per ampi versi, che potrebbe essere sostenuto dalla narrazione autoreferenziale dei “candidati estemporanei” presentati dai partiti (e mini coalizioni) per l’appuntamento del prossimo mese di giugno 2024.

Dei candidati Angela Maria Quaquero (PD), Lina Linesu (LEGA), Cinzia Pilo (M5S), Gianni Fresu (Lista Santoro), Barbara Figus (esponente regionale del Popolo della Famiglia) e Francesco Muscau, infatti, si sà ancora poco pensando alla vastità di un appuntamento elettorale che travalica, indubbiamente, le sfigatissime questioni “da piccolo mondo antico sardo”.

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Ma concediamolo questo beneficio del dubbio… si vedrà nelle prossime settimane se le rispettive argomentazioni motiveranno, o meno, gli elettori/elettrici verso l’espressione di voto.

Più sulle competenze (sembrerebbe) la candidatura di Michele Cossa che parrebbe al momento l’unico candidato ad avere le idee chiare sul meccanismo di funzionamento dell’Unione europea e sulle competenze ascrivibili al singolo eurodeputato al Parlamento europeo. Capacità, ricordiamolo, di non poco conto, in una politica spesso governata da “scampati di casa” e alfieri della politica dello “yes man” tipici del frequentatore medio di circolo di partito.

foto multimedia.europarl.europa.eu