European Youth Work Convention. Valorizzare l’opera degli youth worker.

“Il ruolo degli Youth worker, gli animatori socio-educativi, è fondamentale per la tenuta della coesione sociale e territoriale nel nostro Paese”. A dichiararlo è Lucia Abbinante, direttrice generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani in occasione dell’European Youth Work Convention, organizzata dal Ministero federale tedesco per la famiglia, gli anziani, le donne e la gioventu’ e dall’Agenzia Nazionale tedesca Jugend fuer Europa.

Un convegno entrato nel merito di uno dei punti più controversi per le politiche giovanili, ovvero il riconoscimento giuridico della professione dello Youth Worker che, stranamente, vede l’Italia muovere i primi passi nel percorso di ricognizione del lavoro degli operatori giovanili, attraverso il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale.

Nel corso dell’incontro, fanno sapere dall’Agenzia Nazionale per i Giovani, si è discusso sul quadro strategico europeo per sviluppare e rafforzare ulteriormente le pratiche e le politiche dell’animazione socio-educativa in tutta Europa.

E’ stimato che in Europa siano operativi circa 2 milioni di Youth Worker. Come negli altri Paesi dell’Unione Europea, anche in Italia gli animatori socioeducativi/youth worker sono impegnati in diversi spazi e progetti extra-scolastici, dove si offrono ai giovani opportunità di apprendimento, crescita personale e sociale, sviluppo di abilità utili al proprio percorso formativo e lavorativo.

“L’Italia è presente alla convention con una delegazione guidata dal Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Agenzia Nazionale per i Giovani. La delegazione, che vedrà il coinvolgimento di ulteriori attori per proseguire il processo di riconoscimento della figura professionale in Italia, è composta da animatori socio-educativi, ricercatori, formatori, organizzazioni del settore, decisori politici regionali e locali. Soggetti che, ad ogni livello, hanno sviluppato expertise e buone prassi nel contesto dello youth work”, afferma Flavio SiniscalchiCapo del dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale.

Il riconoscimento del ruolo dello youth work come leva determinante nel lavoro di contrasto dell’esclusione sociale, di rafforzamento della coesione territoriale e sociale e come leva per la formazione delle competenze per lo sviluppo dei giovani come persone e come cittadini attivi è centrale nelle politiche europee e, in questo contesto, l’animatore socio-educativo per i giovani, come viene definito lo youth worker in italiano, è considerato dall’Unione europea tra le nuove figure professionali più importanti da incentivare e sostenere in tutti gli Stati membri.

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Considerazioni che, nonostante l’endorsement delle principali istituzioni europee a sostegno della funzione degli operatori giovanili, devono però scontrarsi con le numerose resistenze verso lo sviluppo di mature politiche giovanili. Una mancanza di prospettiva e sensibilità facilmente osservabile in Sardegna (specialmente nei principali comuni) dove, l’assenza di una legge sulle politiche giovanili e sul riconoscimento della figura dell’operatore giovanile, unita alle resistenze culturali degli esponenti politici locali e dei dirigenti comunali, non permette di liberare il potenziale dei più giovani e superare l’adozione di misure paternalistiche lontane dalla più elementare analisi dei bisogni e, infine, di una politica basata su azioni spot e non sostenibili.

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