Euro digitale: minaccia per la stabilità finanziaria e le libertà individuali?
Crescono le preoccupazioni verso l’introduzione di un euro digitale da parte della Banca centrale europea. Una azione che rischia di rafforzare l’influenza della BCE e l’ulteriore centralizzazione della politica monetaria, riducendo il margine di manovra dei Governi nella gestione economica interna.
Introduzione dell’euro digitale, ancora, che sta sollevando (per chi se li pone ovviamente) interrogativi sul controllo sul denaro dei cittadini e sulla dipendenza del sistema monetario dalle decisioni prese dalle istituzioni dell’UE.
“Ci sono due pericoli di cui tenere conto – spiegano gli eurodeputati del gruppo dei Patrioti per l’Europa Pierre Pimpie, Pascale Piera, Fabrice Leggeri e Malika Sorel -. In primo luogo, le banche commerciali temono enormi corse alla liquidità a seguito del trasferimento di denaro su portafogli elettronici garantiti dalla BCE, il che destabilizzerebbe tali banche e indebolirebbe il sistema finanziario. In secondo luogo, l’euro digitale potrebbe diventare uno strumento di sorveglianza finanziaria, il che solleva preoccupazioni sulla privacy”.
Per il commissario europeo per il Commercio, Valdis Dombrovskis, però, la proposta della Commissione sulleuro digitale (la COM/2023/369), prende molto sul serio il possibile impatto sulla stabilità finanziaria e sulle libertà individuali e propone misure di salvaguardia efficaci.
“La proposta – ha dichiarato l’esponente della Commissione von der Leyen – mira a preservare la stabilità finanziaria in tempi normali e di crisi. L’euro digitale è pensato principalmente come mezzo di pagamento piuttosto che come riserva di valore. Di conseguenza, la Banca centrale europea (BCE) sarebbe tenuta a sviluppare strumenti per limitare la funzione di riserva di valore dell’euro digitale, ovvero tramite limiti alle singole partecipazioni in euro digitali, che la BCE potrebbe adattare nel tempo all’evoluzione delle circostanze. Questi limiti di detenzione, insieme ai tassi di interesse zero e alla funzione di pagamento senza partecipazioni effettive in euro digitale (il cosiddetto meccanismo reverse waterfall), limiterebbero lo spostamento dei depositi delle banche commerciali verso l’euro digitale e quindi mitigherebbero il rischio di disintermediazione bancaria, proteggendo la stabilità finanziaria e l’erogazione di credito da parte delle banche commerciali. La proposta – prosegue – limita e inquadra in modo chiaro e trasparente il trattamento dei dati personali relativi all’euro digitale. Ciò garantisce il pieno rispetto del Regolamento generale sulla protezione dei dati, compresi i principi di minimizzazione dei dati. Un utente verrebbe identificato in linea con le norme UE antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo e la BCE non avrebbe accesso all’identità di un utente. La pseudonimizzazione prevista nella
proposta – conclude – mira a garantire che gli utenti non possano essere identificabili in base a modelli di dati. Le transazioni offline offrirebbero quindi agli utenti un livello di privacy paragonabile al contante”.
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