Esodo giuliano-dalmata. “La bambina con la valigia” incontra i giovani del cagliaritano.

Una sala gremita di giovani ha accolto ieri, nella Cittadella Universitaria di Monserrato, Egea Haffner, importante figura dell’esodo giuliano-dalmata, resa celebre dall’iconica foto della “Bambina con la valigia”.

Incontro giovani con Egea Haffner, foto Sardegnagol, riproduzione riservata
Incontro con Egea Haffner, foto Sardegnagol, riproduzione riservata

Un incontro per sensibilizzare i più giovani su una delle più opache pagine della storia contemporanea, l’esodo giuliano-dalmata, ovvero la tragica diaspora che ha interessato i connazionali italiani residenti nell’Istria, Dalmazia e Quarnaro, a partire dal Secondo dopoguerra. Fenomeno raccontato autobiograficamente dalla stessa Haffner nel volume “La Bambina con la valigia” (scritto insieme a Gigliola Alvisi, ed. Piemme) e dedicato alla memoria di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo di istriani, fiumani e dalmati e che tiene accesa la luce sulle tante storie di chi è stato esule e di chi ancora oggi è costretto a lasciare la propria terra a causa di guerre e ingiustizie politiche o sociali.

Egea Haffner, Margherita Sulas, foto Sardegnagol, riproduzione riservata
Egea Haffner, Margherita Sulas, foto Sardegnagol, riproduzione riservata

Una testimonianza emozionante, per usare un eufemismo che, tra note biografiche e considerazioni nel merito dei fatti legati ai massacri delle foibe e dell’esodo, ha particolarmente colpito gli oltre 150 giovani studenti dell’istituto Comprensivo Selargius 1, come emerso anche dal tenore delle domande sottoposte dagli studenti e studentesse al termine del dialogo della coautrice del volume “La bambina con la valigia” con Margherita Sulis, esperta delle tematiche riguardanti il confine orientale italiano.

Gabriele Frongia, foto Sardegnagol, riproduzione riservata
Gabriele Frongia, foto Sardegnagol, riproduzione riservata

Nel corso dell’incontro, ancora, è stato proiettato il documentario sull’esodo istriano “Tre etti di chiodi” realizzato dal videomaker Roberto Dessì per ABICI. “Un lavoro di indagine pensato per i ragazzi – ha dichiarato Gabriele Frongia produttore del documentario – e realizzato affinchè i più giovani possano avere coscienza di quei drammatici eventi vissuti da migliaia di persone, lontano dalle strumentalizzazioni e negazionismi”.

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