Esodo dal Nagorno-Karabakh, SEAE: “Garantire sostegno umanitario”.

È attualmente in corso un esodo di massa degli armeni del Karabakh verso l’Armenia, a seguito dell’operazione militare dell’Azerbaigian dello scorso 19 e 20 settembre e del blocco del corridoio Lachin verificatosi negli ultimi mesi.

Per la prima assistenza la Commissione europea ha recentemente confermato un ulteriore pacchetto di aiuti umanitari di 5 milioni di euro per assistere gli sfollati dal Nagorno-Karabakh all’Armenia e per le persone vulnerabili ancora all’interno del Karabakh.

“È urgente garantire un sostegno umanitario continuo e senza ostacoli a coloro che sono ancora in Karabakh, così come a coloro che se ne sono andati – si legge nella nota del SEAE -. L’Azerbaigian ha la responsabilità di garantire i diritti e la sicurezza degli armeni del Karabakh, compreso il diritto a vivere nelle proprie case con dignità senza intimidazioni e discriminazioni, nonché il diritto al ritorno per gli sfollati. È fondamentale che una missione dell’Onu possa accedere al territorio nei prossimi giorni”.

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Nel frattempo dal Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbaigian si continua a buttare benzina sul fuoco: “Condanniamo fermamente la dichiarazione rilasciata dal Ministero degli Affari Esteri armeno il 27 settembre 2023, riguardo alla guerra dei 44 giorni e alle misure adottate dopo la guerra. Il Ministero degli Affari Esteri dell’Armeni nega senza mezzi termini la propria responsabilità per oltre 30 anni di aggressione militare, massacri e crimini contro l’umanità commessi contro l’Azerbaigian”, reca la nota dell’ambasciata azera in Italia.

“Ribadiamo che l’Azerbaigian non ha nulla a che fare con la decisione degli armeni locali della regione del Karabakh dell’Azerbaigian di trasferirsi in Armenia o in qualsiasi altro Paese. Siamo disposti a creare per loro condizioni di vita migliori rispetto a quelle che avevano sotto ostaggio della giunta militare creata dall’Armenia. L’Azerbaigian è determinato a reintegrare i residenti armeni come cittadini con pari diritti e la Costituzione, la legislazione nazionale dell’Azerbaigian e gli impegni internazionali che abbiamo assunto forniscono una base solida a tal fine. Comprendiamo – concludono – quanto addolori l’Armenia vedere un regime separatista instaurato nei territori dell’Azerbaigian crollare e scomparire davanti ai suoi occhi, ma ora sarebbe meglio per loro concentrarsi sulla costruzione della pace e della fiducia con l’Azerbaigian, basata sul rispetto delle regole territoriali, integrità e sovranità, sia nelle parole che nei fatti”.

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