Esecuzioni capitali in Kuwait, UE: “Tendenza preoccupante nello Stato arabo”.

Non ha mancato di suscitare l’uscita diplomatica dell’UE la recente esecuzione di 7 persone nel Kuwait, uno dei più ricchi Paesi arabi del Golfo Persico. Una uccisione di Stato, la più importante dal 2017 nella nazione, che ha coinciso con la visita nel Kuwait della vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas.

“L’UE – si legge nella nota del SEAE, il Servizio europeo per l’azione esterna – esprime rammarico per l’esecuzione di sette cittadini kuwaitiani. Le questioni relative ai diritti umani sono al centro delle relazioni interne ed esterne dell’UE e incidono direttamente su tutte le nostre politiche. L’UE continuerà a esprimere le sue preoccupazioni verso l’azione del Kuwait a tutti i livelli, a partire dal dialogo sui diritti umani previsto per la prossima settimana tra l’UE e il Kuwait. In tale contesto, il SEAE convocherà l’ambasciatore del Kuwait presso l’UE”.

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Da qui la richiesta dell’UE al Paese arabo: la sospensione delle esecuzioni e una moratoria de facto sull’esecuzione della pena di morte. Preludio per l’abolizione formale della pena di morte in Kuwait: “La pena di morte rappresenta una punizione crudele e disumana, che non funge da deterrente al crimine e rappresenta un’inaccettabile negazione della dignità e dell’integrità umana. L’Unione europea – concludono dal SEAE – continuerà a lavorare per l’abolizione della pena di morte nei pochi paesi rimasti che ancora la applicano”.

foto di Mohamed Aly da Pixabay