Esecutivo Meloni: “Accorciare distanza giovani-lavoro”. Iniziate dal Fondo Nazionale per le Politiche giovanili.

Facilitare l’inclusione lavorativa dei giovani in Italia. Questo l’obiettivo del progetto “Rete”, mirato a migliorare le competenze lavorative degli under35 italiani e presentato nell’Hub di Novara. Dopo Nùoro (chi non ne ha sentito parlare?), Verona e Salerno, si aggiunge quindi un’altra probabile cattedrale nel deserto per la formazione lavorativa dei giovani.

Ma non tutti sono d’accordo con questa lettura. L’iniziativa progettuale, infatti, per il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale e Invitalia, migliorerà le competenze dei giovani nei settori del digitale, moda e della chimica verde, come accennato nell’occasione dal ministro dello Sport e Giovani, Andrea Abodi: “Dobbiamo fare in modo che i giovani si predispongono ad una domanda che esiste, che e’ di un milione di posti di lavoro e che non trova una corrispondenza”.

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Insomma, continuare a creare nuove iniziative onerose e, probabilmente di scarso impatto, sembra confermarsi come la migliore strategia per l’Esecutivo Meloni, mentre si continua a escludere i giovani italiani e le organizzazioni giovanili qualificate dalla gestione del Fondo Nazionale per le Politiche giovanili, ad oggi ancora ripartito tra Governo, regioni, province, comuni e aree metropolitane senza alcun processo di coprogrammazione degli interventi con i giovani. Ricordiamolo, i beneficiari finali degli interventi.

Meglio, sembrerebbe, continuare a creare strutture e processi dall’alto, buone per le solite “prassi formative” italiane.

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