Erasmus+, PPE: “L’implementazione del programma non è all’altezza delle aspettative”.
Anche recentemente alcuni eurodeputati del PPE, S&D e Renew Europe* hanno rimarcato quello che in tanti in Europa dicono da tempo, ovvero che gli strumenti e i sistemi digitali utilizzati per la gestione e l’attuazione del programma Erasmus+ non sono di facile utilizzo.
“Nonostante la digitalizzazione sia una priorità centrale del programma, il lento progresso degli strumenti digitali che dovrebbero supportare l’implementazione del programma non è all’altezza delle aspettative, influendo negativamente sulla partecipazione”, si legge nell’interrogazione degli eurodeputati, per i quali i problemi relativi agli strumenti informatici di Erasmus+ non possono più essere proposti con mediocrità.
Una ulteriore interrogazione, in sinstesi, che si aggiunge alle tante lette negli anni, senza contare le note critiche espresse dalla stessa commissione CULT del Parlamento europeo, mai prese in considerazione dalla Commissione Ue, che confermano i noti problemi di inaccessibilità del programma Erasmus+, specialmente per quelle organizzazioni operanti in territori disagiati o disagiatissimi.
Da qui il gruppo di eurodeputati ha poi chiesto alla Commissione Ue di riferire sulle azioni migliorative per attenuare gli errori, i timeout e le interruzioni di comunicazione esistenti. Ancora è stato chiesto di chiarire le misure di monitoraggio dei sistemi IT.
Per l’Esecutivo von der Leyen, la Vicepresidente esecutiva della Commissione europea Roxana Mînzatu – che con molta probabilità non ha inviato una application al sistema negli ultimi anni – ha sostenuto che la Commissione ha adottato “misure decisive per migliorare la qualità e l’usabilità dei sistemi IT”.
“Negli ultimi due anni – prosegue la risposta autoreferenziale della Mînzatu – è stata implementata una serie di misure, in stretta collaborazione con le Agenzie nazionali, per migliorare la stabilità, la facilità d’uso e le prestazioni del sistema, per implementare nuove funzionalità e miglioramenti dell’esperienza utente, dell’affidabilità e delle prestazioni del sistema e per espandere i servizi di helpdesk”.
Risultati, secondo la vicepresidente che avrebbero addirittura “aumentato in modo significativo il numero di progetti elaborati, valutati e segnalati” e, inoltre, “la presentazione delle candidature sono avvenute senza incidenti o ritardi per i bandi 2023 e 2024 ed è stata migliorata l’accessibilità ai dati per le azioni del programma decentralizzate”.
Insomma, va tutto bene per la Commissione Ue. Meno, però, dicono i partecipanti al programma.
*Bogdan Andrzej Zdrojewski (PPE), Sabine Verheyen (PPE), Hannes Heide (S&D), Laurence Farreng (Renew).
foto National Erasmus+ Office Israel