Erasmus+, escluse le lingue minoritarie spagnole.

L’Europa del multilinguismo è un concetto riscontrabile solo nella carta e poco nella sostanza. A ricordarlo, dopo la conferma dalla discriminatoria prassi prevista per l’invio delle domande per l’accesso al Fondo europeo della gioventù del Consiglio d’Europa, la recente interrogazione presentata da alcuni eurodeputati spagnoli*, critici verso la decisione di escludere il basco, il galiziano e il catalano dalla piattaforma Ersasmus+ OLS (Online Language Support).

“Lo scorso febbraio 2023, i rappresentanti dei governi basco, galiziano e delle isole Baleari e della rete di università Vives dei territori di lingua catalana si sono incontrati con il Parlamento europeo. I relatori – spiegano i deputati spagnoli – hanno espresso la loro preoccupazione per il danno e la discriminazione causati dall’esclusione di catalano, basco e galiziano (lingue con status ufficiale nei loro territori e utilizzate nelle loro università) dalla piattaforma Erasmus+ Online Language Support (OLS). La Commissione – aggiungono – aveva menzionato “problemi tecnici e amministrativi” nell’integrazione di queste lingue nella piattaforma”.

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Una pessima pagina, circa l’importanza e la difesa sostanziale del multilinguismo in Europa, che ha registrato oggi la risposta della Commissaria Mariya Gabriel: “La Commissione ha ricevuto dal governo spagnolo la richiesta di includere il catalano, basco e galiziano nella piattaforma di supporto linguistico online (OLS). Siamo consapevoli del fatto che le lingue co-ufficiali della Spagna non solo sono molto presenti in tutti gli aspetti della vita delle rispettive comunità autonome, ma sono anche lingue di apprendimento nei sistemi scolastici di questi territori. La Commissione sta quindi valutando la fattibilità di questa richiesta, tenendo conto dei fattori di proporzionalità e di efficacia dei costi”. Tradotto, fatevene una ragione!

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*Izaskun Bilbao Barandica (Renew), François Alfonsi (Verts/ALE), Antoni Comín i Oliveres (NI), Kinga Gál (NI), Clara Ponsatí Obiols (NI), Carles Puigdemont i Casamajó (NI), Diana Riba i Giner (Verts/ALE), Jordi Solé (Verts/ALE), Loránt Vincze (PPE)

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