Erasmus+, Commissione per le petizioni: “Carenza di risorse e personale nelle Agenzie nazionali”.

La Commissione per le petizioni del Parlamento europeo – la PETI – ha inviato alla Commissione per la cultura e l’istruzione un progetto di parere sull’attuazione delle misure di inclusione nel quadro del programma Erasmus+ 14-20.

Nel documento si invita la Commissione per la cultura e l’istruzione a includere nella proposta di risoluzione misure atte a garantire l’inclusione e la diversità all’interno del programma Erasmus+, e a rimuovere definizioni discriminatorie verso i giovani, quali “minori opportunità” e con “esigenze particolari”: noti cavalli di battaglia di improbabili operatori giovanili e degli addetti ai lavori delle Agenzie Nazionali meno al ‘passo coi tempi’.

“Erasmus+ – ricorda la Commissione per le petizioni – dovrebbe sostenere le parti interessate e i partecipanti al programma nei loro piani di internazionalizzazione, eliminando gli ostacoli fisici, psicologici, sociali, socioeconomici e linguistici”.

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Nel testo la PETI ha poi richiamato l’attenzione sulla carenza di risorse e di personale delle agenzie e delle autorità nazionali competenti per Erasmus+ e sugli sforzi insufficienti per ridurre gli ostacoli amministrativi alla mobilità e garantire che la diversità e l’inclusione siano al centro del programma; ritiene, ancora, che le agenzie nazionali dovrebbero nominare un responsabile dell’inclusione e della diversità per raggiungere i discenti con esigenze particolari e/o minori opportunità e fornire loro consulenza in merito alle eventuali difficoltà che potrebbero incontrare durante il programma Erasmus+, quali rimborsi tardivi o ostacoli causati da fattori esterni quali la crisi dovuta alla COVID-19″.

Una riflessione più che condivisibile ma, nel contempo, incompleta essendo assente un riferimento critico verso l’entità delle retribuzioni dei valutatori delle proposte Erasmus+, a dir poco incongruenti in termini di garanzia e corretta valutazione delle proposte progettuali nel campo della gioventù. Progetti, va ricordato, che possono arrivare a prevedere dotazioni finanziarie da diverse centinaia di migliaia di euro.

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La PETI ha poi invitato la Commissione e gli Stati membri ad affrontare la mancanza di familiarità con il programma Erasmus+, le barriere informative, gli ostacoli al processo di presentazione delle domande, i servizi di sostegno all’estero e le sfide relative alla portabilità delle sovvenzioni che le persone con disabilità e gli altri partecipanti appartenenti a gruppi vulnerabili e svantaggiati, compresi i gruppi etnici, devono affrontare.

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