Erasmus+: arriva la nuova call contro l’antisemitismo.
Nell’ambito del programma Erasmus+, la Commissione ha lanciato oggi il nuovo progetto biennale per il contrasto dell’antisemitismo in Europa. La call, pur dentro il programma, sarà attuata dall’UNESCO in collaborazione con l’Ufficio OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR).
Dopo il lancio del progetto, l’UNESCO e i suoi partner lavoreranno attraverso attività su misura con le autorità nazionali degli Stati membri dell’UE per assisterli nella creazione di una strategia educativa dei loro piani nazionali contro l’antisemitismo. Al momento solo 11 Paesi hanno ufficialmente confermato la loro partecipazione. Si tratta di Austria, Belgio (Vallonia-Bruxelles), Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Germania (Baden-Württemberg e Schleswig-Holstein), Grecia, Italia, Romania, Slovenia e Spagna.
Tra le attività finanziabili, gli eventi di formazione per insegnanti, decisori politici e organizzazioni della società civile e webinar online tematici. Tutte le iniziative dovranno sostenere insegnanti ed educatori nel contrasto delle teorie del complotto e l’antisemitismo in classe.
L’antisemitismo, come risaputo, è in preoccupante crescita in Europa e un recente sondaggio dell’Agenzia dell’UE per i diritti fondamentali (FRA) ha dimostrato che per nove ebrei su dieci (89%) è percepito in aumento l’odio e la discriminazione nel proprio Paese, con il 44% dei giovani ebrei europei che subiscono molestie antisemite. Il sondaggio mostra anche che il 62% degli ebrei ha visto o sentito persone non ebree suggerire che l’Olocausto è un mito o è stato esagerato. Inoltre, secondo l’ Eurobarometro 2019 sulla percezione dell’antisemitismo , il 53% degli europei percepisce la negazione dell’Olocausto come un problema nel proprio Paese.
Nell’Unione europea, i discorsi di odio relativi all’apologia, alla negazione o alla grossolana banalizzazione dell’Olocausto sono vietati ai sensi della decisione quadro del Consiglio sulla lotta al razzismo e alla xenofobia. Purtroppo, fare affari con Paesi poco democratici, non è altrettanto vietato dalle Istituzioni UE…ma questa è un’altra storia.
foto Floryabra da wikimedia