Eradicazione della peste suina africana. La risposta della Commissaria Kyriakides
Lo scorso mese di giugno gli ispettori della Commissione europea hanno effettuato una visita in Sardegna allo scopo di verificare lo stato di attuazione del piano di eradicazione della peste suina africana, finalizzato a ottenere la revoca totale delle restrizioni in atto relative al divieto di commercializzazione della carne suina. Un piano che necessita di un nuovo programma per ottenere finanziamenti UE.
L’On. Ignazio Corrao, del gruppo dei Non Iscritti, aveva presentato lo scorso mese di novembre una interrogazione parlamentare per richiedere alla Commissione una relazione relativa ai controlli effettuati dagli ispettori in Sardegna e notizie sul nuovo programma da attuare nel 2020 da parte della Regione Sardegna.
All’interno dell’interrogazione l’eurodeputato del Movimento 5 Stella aveva anche denunciato l’immobilismo nella lotta alla perdurante presenza di allevamenti abusivi in Sardegna e l’arresto significativo delle attività previste per l’eradicazione della malattia da parte delle istituzioni sarde. Un contesto che starebbe mettendo in serio pericolo non solo il raggiungimento dell’obiettivo europeo dell’eradicazione della malattia, ma anche la fine del divieto di commercializzazione della carne suina sarda.
L’Italia aveva presentato alla Commissione dei programmi annuali per l’eradicazione della peste suina africana (PSA) per gli anni 2012-2017. Fino al 2015 questi programmi sono stati approvati con la conseguente assegnazione di fondi dell’UE. I programmi per il 2016 e il 2017, però, non sono stati approvati in quanto varie questioni chiave non erano state affrontate in modo adeguato dalle autorità competenti, impedendo di compiere progressi nell’eradicazione della malattia. Nel 2017 l’Italia non ha presentato ulteriori richieste di sostegno finanziario destinato a programmi di eradicazione della PSA. Solo nel 2019 l’Italia ha presentato un programma per il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nel 2020, che la Commissione ha tecnicamente approvato.
Con decisione 2005/363/CE la Commissione vietò la spedizione di prodotti a base di carne suina, o contenenti carne suina, provenienti dalla Sardegna. Successivamente, nel 2014, la Regione Sardegna avviò il piano di eradicazione della peste suina finanziato dall’UE.
Una successiva decisione della Commissione, la 2014/709/UE, art. 6, autorizzava la deroga alle esportazioni di carne locale in base alla direttiva 2002/99/CE, secondo cui «un trattamento di fermentazione e di stagionatura naturali di almeno 190 giorni per i prosciutti è sufficiente per eliminare qualsiasi rischio».
Con il DDG n. 1697 del 21/12/2016 la Regione Sardegna aveva autorizzato solo l’esportazione di carne suina proveniente da allevamenti fuori dalla Sardegna e trasformata in Sardegna, escludendo la possibilità di deroghe per i prodotti sardi indenni dal virus.
Nonostante la diffusione della peste suina sia stata notevolmente ridotta, è sempre in vigore il divieto totale di esportazione dei suini allevati in Sardegna e delle carni stagionate. Una limitazione alla commercializzazione che ha creato importanti problemi per lo sviluppo del settore nell’isola.
Nella giornata di ieri la Commissaria per la Salute e la Sicurezza Alimentare, Stella Kyriakides, ha risposto, a nome della Commissione, all’interrogazione parlamentare dell’eurodeputato Corrao, confermando che la relazione finale di audit sarà pubblicata entro la fine di gennaio 2020, conformemente alle procedure di audit della direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare.
L’attuale Commissaria ha poi evidenziato che lo scorso novembre il precedente commissario per la Salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, aveva visitato la Sardegna e incontrato il presidente della Regione, Christian Solinas. Nel corso della visita il commissario aveva riconosciuto gli sforzi compiuti dall’Italia per il controllo della peste suina africana e dichiarato che: “Negli ultimi due anni la Sardegna ha fatto un grande lavoro ottenendo ottimi risultati. Tuttavia, il virus è ancora presente nei maiali bradi e le restrizioni alle esportazioni di carni suine potranno essere rimosse solo quando tutti i maiali infetti saranno eliminati”.
Nel corso della visita Andriukaitis aveva anche fissato in 90-120 giorni il termine per un nuovo aggiornamento istituzionale.
“La Commissione – per Stella Kyriakides – non ha rilevato elementi che facciano pensare alle modifiche al piano di eradicazione da parte delle autorità competenti. Pertanto la Commissione continuerà a monitorare attentamente l’avanzamento e l’attuazione del programma”.