Enti locali, Corte dei Conti: “Bene gestione 19-20 nonostante gli effetti della crisi”.

Attraverso l’analisi della gestione di cassa dei Comuni si è rilevato che nell’esercizio 2020 non si sono manifestate le tensioni temute per effetto della crisi sanitaria all’interno degli Enti locali italiani, in quanto è stato offerto, in via preventiva, un adeguato sostegno alle immediate esigenze di risorse stimate alla luce degli andamenti storici dei flussi delle riscossioni e dei pagamenti.

Le risorse assegnate consistono in ristori specifici sia per le minori entrate, sia per le maggiori spese; queste ultime, invero, si sono dimostrate piuttosto contenute. Le misure finanziarie di sostegno sono state erogate ad esercizio avanzato e ciò ha comportato che gli impieghi sono stati limitati per lo più alle risorse in acconto, generando così un effetto di trascinamento gestionale attraverso la quantificazione, a rendiconto, delle risorse confluite in avanzo – voce di consuntivo alimentata da una consistente cassa finale – e dei conseguenti effetti sulla quantificazione della perdita effettiva di gettito. Tale trascinamento si raccorda con la protrazione al 2021 delle misure di differimento e rallentamento della riscossione, dei versamenti e di specifiche esenzioni da imposte e tasse.

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È quanto emerge dall’indagine della Sezione delle Autonomie della Corte dei conti che ha approvato la “Relazione sulla gestione finanziaria di Comuni, Province, Città metropolitane per gli esercizi 2019-2020”.

Il documento mette in luce lo stato della finanza locale di oltre 7.200 Amministrazioni e i risultati complessivi, provenienti dall’esame dei rendiconti finanziari riversati nella Banca dati delle amministrazioni pubbliche della Ragioneria generale dello Stato, sono conformi alle attese per l’insieme di enti presi in esame (7.135 Comuni; 75 Province; 14 Città metropolitane) con riferimento al biennio 2018-2019.

Anche nell’esercizio 2019 il saldo finanziario complessivo del comparto degli enti locali è in linea con il nuovo obiettivo di finanza pubblica con ampio margine positivo, dovuto in parte anche all’inserimento fra le entrate finali dell’avanzo di amministrazione per investimenti. L’effetto espansivo della misura ha rilanciato la spesa in conto capitale, soprattutto nei Comuni, confermata anche dai dati di cassa 2020. Dall’analisi dei rendiconti finanziari, il risultato di amministrazione dei Comuni risulta complessivamente positivo (38,7 miliardi), ma al netto degli accantonamenti, dei vincoli e della parte destinata agli investimenti si determina un disavanzo di circa 6 miliardi (5,98 miliardi). Le Province e le Città metropolitane registrano, invece, un avanzo finale rispettivamente di 260,4 milioni e di 289,7 milioni.

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I Comuni che hanno registrato un disavanzo sono complessivamente in aumento del 28% rispetto allo scorso esercizio: tale esito è in parte ascrivibile al peso della riquantificazione di alcuni importanti accantonamenti come quelli relativi al FCDE e al FAL per le modifiche intervenute per legge ed in parte conseguenti a specifiche pronunce della Corte costituzionale. Va riducendosi lo stock dei debiti fuori bilancio grazie anche alle significative disponibilità di liquidità assegnate anche per far fronte alle esposizioni debitorie, inoltre si riduce l’impatto del fenomeno sugli equilibri grazie ad una maggiore propensione degli enti ad accantonare risorse al fondo contenzioso. In termini generali, si rileva che il quadro complessivo della finanza locale esposto dalla Sezione “è la risultante di andamenti non omogenei nel territorio e l’indagine condotta sulle procedure di riequilibrio finanziario pluriennale conferma come le criticità finanziarie sono prevalentemente concentrate negli enti del Centro-Sud”.

Dall’indagine, si nota che prosegue nel 2019 la ripresa nella dinamica della spesa per gli investimenti che trova riscontro sia negli impegni (+17,7%) sia nell’incremento delle somme iscritte al fondo pluriennale vincolato (+15,2%), indice dell’avvio di iniziative da realizzare nel medio-lungo periodo. Ciò va messo in relazione a diversi stimoli quali trasferimenti in conto capitale e anche la minore pressione esercitata dai vincoli di finanza pubblica che dal 2019 sono stati rimodulati tenendo conto degli interventi della Corte costituzionale.

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Nel 2020 l’erogazione della spesa in conto capitale prosegue la tendenza in aumento, anche se a ritmi inferiori, e si riferisce maggiormente alla prosecuzione di opere già avviate in precedenti esercizi.