Energia, Angelo Ciocca: “Intimidazioni turche a seguito dell’accordo ZEE”.

Lo scorso mese di giugno aveva destato scalpore la decisione della Libia di bloccare la fornitura di gas verso il nostro Paese. Una posizione scaturita in risposta alla firma dell’accordo tra Roma e Atene sui confini marittimi, per l’eurodeputato di ID, Angelo Ciocca: “Sebbene si sia trattato di qualche ora soltanto, l’episodio non può passare inosservato”.

Nella sua interrogazione l’esponente di Identità e Democrazia ha rimarcato la legittimità dell’accordo itao-greco, censurando la condotta della Libia, indotta dalla Turchia a bloccare la fornitura di gas verso il nostro Paese: “Si tratta di un potere legittimo accordato agli Stati dall’articolo 74 della Convenzione di Montego Bay, secondo cui la delimitazione della zona economica esclusiva tra Stati con coste opposte o adiacenti viene effettuata per accordo sulla base del diritto internazionale”.

“L’intesa italo-greca – ha aggiunto Ciocca -, risultando manifestamente contraria al trattato sulle ZEE firmato dalla Turchia e dal governo libico alla fine di novembre, sembra non essere piaciuta al governo Erdogan, che ha voluto ristabilire i poteri di forza con un gesto intimidatorio nei confronti del governo italiano circa la stabilità energetica del Paese”.

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Un attacco alla sovranità dell’UE che per l’eurodeputato necessita dell’intervento della Commissione europea: “Alla luce di quanto sopra, considerando le molteplici minacce indirizzate a più riprese dal governo turco verso diversi Stati dell’Unione, e ricordando i 10 miliardi di euro che dal 2002 l’UE ha stanziato a favore di questo Stato, come la Commissione intende affrontare questa dinamica di rilevanza assoluta per la politica energetica italiana?”.

Oggi, per la Commissione europea, è intervenuto l’Alto rappresentante Josep Borell che ha censurato la condotta della Turchia: “L’UE ha ripetutamente sottolineato che le questioni relative alla delimitazione delle zone economiche esclusive e della piattaforma continentale dovrebbero essere affrontate attraverso il dialogo e la negoziazione in buona fede. Purtroppo, l’escalation delle azioni unilaterali della Turchia, in particolare nel Mediterraneo orientale, va nel senso opposto, è contraria agli interessi dell’UE, ai diritti sovrani degli Stati membri dell’UE e al diritto internazionale e deve cessare”.

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“La Turchia – ha proseguito l’Alto rappresentante – dovrebbe rispettare il diritto del mare e in particolare la sovranità di tutti gli Stati membri dell’UE sulle proprie acque territoriali, come pure i loro diritti sovrani nelle rispettive zone marittime, comprese quelle costituite da isole”.

Nel suo intervento Borrell ha ricordato anche la difformità al diritto del mare del memorandum d’intesa tra Turchia e Libia: “Per quanto riguarda il memorandum d’intesa Turchia-Libia sulla delimitazione delle giurisdizioni marittime nel Mar Mediterraneo, il 12 dicembre 2019 il Consiglio europeo ha sottolineato che esso lede i diritti sovrani di Stati terzi, non è conforme al diritto del mare e non può produrre alcun effetto giuridico nei confronti di Stati terzi. Il 13 luglio 2020 – ha ricordato Borrell – i ministri degli Esteri degli Stati membri hanno incaricato l’Alto rappresentante di esplorare altre possibilità che possano contribuire a ridurre le tensioni e a raggiungere accordi sulle questioni che rendono sempre più tese le relazioni tra l’UE e la Turchia, nonché di elaborare opzioni per ulteriori misure appropriate da adottare in risposta alle sfide che l’UE si trova ad affrontare a seguito delle azioni della Turchia, compreso nel Mediterraneo orientale”.

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