Energia, ACLI Sardegna: “Attivare articolo 4 dello Statuto contro incursioni dei grandi poteri”.

Bisogna avviare un dibattito pubblico sull’energia in Sardegna. Ne è convinto Franco Marras, presidente delle ACLI della Sardegna, per il quale bisogna contrastare l’ingerenza di attori esterni sulle scelte strategiche dell’Isola in ambito energetico: “Quando si parla delle grandi questioni come il clima o l’energia occorre fare attenzione a non mettere tutto sullo stesso piano: tra le dichiarazioni di un ministro (tecnico) e quella del presidente di un’azienda come Enel che è quotata in borsa e deve fare utili, gli interessi manifesti sono assolutamente differenti”.

Per il presidente delle ACLI le scelte legate alla transizione energetica non possono pregiudicare lo sviluppo industriale della Regione Sardegna: “Non convince l’idea di un’isola che possa essere supportata solo da energie rinnovabili nei prossimi 30 anni, perché vorrebbe dire rinunciare da subito ad una prospettiva industriale e accontentarsi di essere solo come un’isola caraibica che vive di turismo e folklore. In tutto il mondo si continua a sviluppare l’attività basata sul gas – il Tap in Puglia o la funzione dell’ENI in Egitto – e la Sardegna invece fa la mosca cocchiera del Green duro”.

LEGGI ANCHE:  La pseudoscienza della Giunta Solinas: "Pesca dei ricci tutto l'anno".

Poco convincente per il rappresentante delle ACLI in Sardegna anche il cavo di Terna, che prevede “un investimento di 5 miliardi che non serve alla Sardegna per i suoi consumi e le sue produzioni”.

“Forse nel 2050 sarà possibile essere del tutto green quando le tecnologie lo permetteranno davvero ma nel frattempo – ricorda Marras – non si può scegliere di rinunciare ad una generazione intera di sardi che fanno i poveri o vanno via perché rimettiamo in discussione scelte del piano energetico regionale e nazionale con una intervista del capo dell’Enel. Le scelte presenti in quel piano, è giusto ribadirlo per chi lo avesse dimenticato, prevedono che i sardi possano finalmente essere dotati del metano ad un prezzo come quello di tutti gli italiani. Ma c’è di più: quella rete del metano è previsto che diventi parte integrante della rete europea, una struttura adeguata ad ospitare la conversione verso l’idrogeno che è più convincente come energia green, stabile e come accumulo, senza che i Paesi del Sud America o dell’Africa vengano sventrati per i metalli preziosi delle batterie. Tutto questo non lo dico solo io, lo dice proprio il piano europeo per lo sviluppo”.

LEGGI ANCHE:  Lavoro, l'Italia spende poco in politiche attive. INAPP: "Solo lo 0,22% del Pil".

“Sull’energia – conclude Marras – vogliamo ricordare che l’articolo 4 dello Statuto, visto in anticipo dai nostri padri costituenti dice che sull’energia la Sardegna ha voce possente e non secondaria e se si vuole, quello Statuto lo si può far valere”.