ENAC, Enzo Favata: “Musicisti isolani danneggiati dalle disposizioni ENAC”
Le nuove disposizioni sul trasporto aereo e il divieto dell’uso delle cappelliere danneggiano i musicisti isolani, che per poter viaggiare con i loro strumenti, anche di piccole dimensioni, dovranno comprare un biglietto aggiuntivo. Questa in sintesi la posizione del musicista algherese Enzo Favata, direttore artistico del festival Musica sulle Bocche: “Dopo mesi di crisi per la nostra categoria, questa sorpresa ha il sapore di una tragica farsa…anche il mondo dei festival, che è un volano molto importante dell’economia turistica e culturale della nostra isola, subirà l’impatto negativo di questa decisione. Chiunque verrà a suonare nell’isola costerà infatti ai festival il doppio e in questo modo parte delle risorse, raccolte con fatica dalle associazioni organizzatrici attraverso i bandi che enti pubblici, già in difficoltà per la grande crisi, hanno comunque finanziato, andranno a rimpinguare le casse delle compagnie aeree, togliendo risorse alla filiera dello spettacolo dell’isola”.
La condizione di insularità rappresenterebbe una fonte di preoccupazione per tutti i musicisti in Sardegna per Favata: “E’ evidente che i musicisti sardi ed isolani in genere, in questo momento in Italia sono discriminati pesantemente. Chi abita nel ‘continente’ prende un auto, un treno, un qualsiasi mezzo su strada e può arrivare da Reggio Calabria a Capo Nord in Norvegia. Noi sardi? Noi no”.
“Volo da trent’anni – continua il jazzista algherese – conosco bene l’imprevisto di perdere un bagaglio, di riceverlo dopo settimane, o di non trovarlo mai più. Costringere i musicisti a mettere in stiva strumenti non ingombranti, che sino a ieri occupavano un piccolo spazio in una cappelliera, vuol dire far spedire oggetti talvolta del valore di alcune decine di migliaia di euro, a rischio e pericolo di chi viaggia e con un rimborso eventuale irrisorio rispetto al valore reale dello strumento”.
Enzo Favata rilancia la questione, sollevata nei giorni scorsi sulla stampa da Paolo Fresu, e si rivolge alla politica sarda, agli amministratori regionali e ai parlamentari isolani, perché si impegnino a trovare una soluzione che, secondo il musicista, sarebbe di facile applicazione: “Basterebbe dichiarare al check-in di avere come bagaglio a mano lo strumento per ragioni professionali e, una volta arrivati sull’aeromobile, consegnarlo al personale a bordo già preavvisato che, a quel punto, lo riporrebbe nelle cappelliere vuote. In questo modo, sarebbe sufficiente entrare in cabina per primi ed uscire per ultimi, senza toccare direttamente lo strumento e fare movimenti ‘contagiosi’”.
“Mai una soluzione è stata così semplice e senza rischi” afferma Favata, che conclude il suo appello: “Fate in modo che la musica è gli strumenti possano circolare, è un immenso tesoro per voi che l’amate e per noi che le apparteniamo per tutta la vita.
Foto SOGAER