Emilia-Romagna, proseguono le attività del percorso Youz per l’inclusione dei giovani. In Sardegna nessuna novità per la legge sulle politiche giovanili.

Ambiente, mobilità green, diritti, sport e inclusione. Sono alcuni dei temi al centro delle proposte del primo Forum per i giovani lanciato lo scorso mese di giugno dalla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna per ricevere input sulle misure per le politiche giovanili da inserire nella programmazione regionale.

Una strategia per i giovani scarsamente presa in considerazione in Sardegna, dove anche l’ennesima proposta di legge per i giovani si è arenata in Consiglio regionale. Difficile trovare similitudini tra le due regioni, dato che in Emilia si continua a ragionare fattivamente su bandi accessibili per giovani startupper, riconoscimento delle competenze (comprese quelle informali), pratiche di volontariato cui dedicare una scuola a livello regionale e, soprattutto, una riflessione sugli spazi giovanili per lo sport e la cultura. Un esempio virtuoso – a prova di antipolitica – che si colloca in perfetta antitesi rispetto a quanto dimostrato dall’attuale ‘agglomerato’ rappresentato dai ‘purtroppo nostri’ rappresentanti in Consiglio regionale, incapaci, dopo oltre 2 anni dalla presentazione della Pl 182 (l’unico intervento per il settore in questa Legislatura), di portare il testo in Aula, nonostante la costante crescita nell’Isola dell’emergenza Neet, dello spopolamento delle aree interne, della disoccupazione e devianza giovanile.

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‘Sensibilità’ non nuove in via Roma, come dimostrato dai precedenti tentativi, peraltro mai andati a buon fine (come la Pl 188 del 2005), per la promulgazione di una legge di sistema per le politiche giovanili in Sardegna, capace di andare oltre la ‘porcata’ della legge 11 del 5 aprile 1999…il famoso stanziamento annuale di 5mila euro per le politiche giovanili dei sardi. I ragazzi/e dell’Isola devono valere veramente poco per i propri rappresentanti.

Consiglio regionale Sardegna
Il Consiglio regionale della Sardegna

Ma, fortunatamente per i giovani italiani, non tutte le regioni hanno un Consiglio regionale come quello sardo e, tornando all’Emilia, già ieri sono state valutate dalla Giunta circa 86 proposte ricevute dagli under35 emiliano-romagnoli, alcune delle quali saranno selezionate e inserite nella programmazione regionale con appositi provvedimenti di legge, come ricordato dal Presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Ora più che mai è il momento del coraggio, per ascoltare le ragazze e i ragazzi e, soprattutto, dare loro la possibilità di incidere e decidere. Per questo vogliamo da subito lavorare alle loro proposte, per passare dalle parole ai fatti. Vogliamo mettere le basi per una coprogettazione e condivisione delle politiche regionali rivolte alle nuove generazioni. Quello di oggi è solo un inizio, apriamo con loro una piattaforma che resta attiva, aperta in maniera permanente”.

Una politica, quella avviata da tempo dalla Regione Emilia-Romagna, che mira a costruire politiche condivise con i giovani, sui temi della socialità, formazione, lavoro e impresa, nonché, ricorda Bonaccini, per “l’affermazione ed estensione dei diritti e creare una rete stabile che accresca la partecipazione, la convinzione di poter contare davvero nelle scelte pubbliche”.

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In Sardegna, in assenza di cotanta lungimiranza, i giovani possono soltanto accontentarsi delle ‘boutade’ dei rappresentanti del Consiglio regionale.