Emergenza covid. Il rischio di assuefazione alla paura.

Mitridate era un potente sovrano dell’antichità che, temendo di essere di ucciso con il veleno, ne assumeva ogni mattina un dose non letale. Con il tempo il suo corpo si sarebbe assuefatto alla sostanza venefica fino a divenirne del tutto immune. Tale processo viene chiamato dalla scienza Mitridatismo.

Qualcosa di analogo temiamo stia capitando all’opinione pubblica nella sua percezione dell’emergenza pandemica. Come ogni giorno da diversi mesi a questa parte, stamattina milioni di italiani saranno travolti dal consueto tsunami di dichiarazioni, interviste, post di medici, virologi, immunologi che grideranno loro l’imminente apocalisse pandemica. Un evento al quale, s’intende, sarà possibile sottarsi soltanto rinchiudendosi in casa a tempo indeterminato.

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Eventuali segnali positivi, risultato magari di comportamenti virtuosi, non sono minimamente contemplati in questa narrazione di tipo neo-millenaristica. Cosi come non lo è un’informazione sobria e puntuale sul come convivere con il virus riducendo, per quanto possibile, il rischio di contagio.  

La cifra spaventosa di 46.000 morti non autorizza margini di interpretazione sulla gravità della crisi che stiamo vivendo. Temiamo tuttavia che l’inoculazione quotidiana nell’opinione pubblica della veleno della paura, più che contribuire alla consapevolezza delle persone sull’emergenza, possa renderle assuefatte a essa. Con tutte le pericolosissime conseguenze del caso.

Immagine: ”The Expression of the Emotions in Man and Animals” di Guillaume Duchenne – Foto credits

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