Elezioni USA, i musulmani americani sono con Jill Stein.
Saranno scarse, per non dire remote, le probabilità di vittoria di Jill Stein alle prossime elezioni presidenziali ma, ad oggi, un dato è certo. La candidata alla Casa Bianca per il partito Verde americano risulta essere la più quotata tra la maggioranza dei musulmani americani.
Secondo l’ultimo sondaggio CAIR, infatti, la Stein sarebbe in testa con il 42% dei voti, seguita da “Que Mala” Harris (41%), Donald Trump (9,1%), Chase Oliver del Partito Libertario (0,6%) e del filosofo Cornel West (0,1%).
Maggioranza dei musulmani americani, in altre parole, che avrebbe così espresso il proprio malessere verso il sostegno americano al genocidio palestinese nella Striscia di Gaza e alla politica sanguinaria del Premier israeliano Benjamin Netanyhau.
Eppure da quando Kamala Harris (ricordiamola la “diversamente democratica”) è stata scelta come candidata del Partito anti-democratico lo scorso luglio, le sono state date innumerevoli opportunità di fare la cosa giusta e chiedere la fine immediata del genocidio a Gaza. Ma a ogni svolta ha chiarito il suo “incrollabile sostegno” ai crimini di guerra di Israele .
Vice-presidente degli USA che avrebbe perso il sostegno dei musulmani americani anche per aver ripetutamente diffuso disinformazione sui fatti del 7 ottobre in Medio Oriente, rimanendo in silenzio sulle azioni pro escalation attuate dal regime di Netanyahu, spalleggiando (in continuità con l’amministrazione Biden) la campagna di bombardamenti dell’IDF in Libano. Senza contare l’endorsement all’anima grigia Dick Cheney che, come ricordato da Jill Stein “ha il sangue di oltre un milione di iracheni sulle sue mani”.
Partito democratico, ancora, poco ben voluto dai musulmani americani, visti anche gli svarioni dell’ex presidente Bill Clinton, caduto in disgrazia per le relazioni con le stagiste alla Casa Bianca, che, proprio questa settimana, ha affermato che la notizia secondo la quale “troppe persone siano morte” a Gaza è infondata, suggerendo che nessun numero di palestinesi morti potrebbe mai essere sufficiente a soddisfare gli interessi nella regione di Stati Uniti e di Israele.
Insomma, esempi di “buone pratiche democratiche” che si spera possano finalmente andare in pensione il 5 novembre 2024.
foto hosny salah da Pixabay.com